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  IL TACCUINO DI MARIO  
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Esperti in tutto, ma buoni da … niente.

I mass media ci hanno educato a dire la nostra. Peccato che, prima di solleticare la nostra voglia di dare consigli, pareri, giudizi, non si impegnino - seriamente - nel fornire delle informazioni in modo oggettivo ed adeguato. Anzi, i mass media danno grande risalto agli inviti che vengono fatti ai magistrati affinché tacciano e non si esprimano sulle riforme che riguardano la giustizia; ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti affinché tacciano e non si esprimano sulla riforma della pubblica istruzione (organizzazione scolastica e programmi); ai giornalisti ed editori sui “bavagli” (una volta si chiamava “censura”) voluti o praticati.
Ora, fino a quando l’Italia è il Paese che conta più commissari tecnici della squadra nazionale del gioco del pallone, le conseguenze non possono, più di tanto, essere dannose. Tutt’altra storia quando l’oggetto degli expertise popolari sono, ad esempio, materie od argomenti quali: sanità, riforma delle Istituzioni, grandi opere, migranti.
Eppure, dal lattoniere alla casalinga, dal porta lettere al facchino ci si accalora sul “che cosa” e sul “come fare”.
La competenza professionale (inesistente) di costoro traspare subito. Dopo un poco che si … parlano addosso alle prime osservazioni (pur garbate e cautamente critiche) costoro esplodono con aggressività. Forse si illudono che, dove non possono le idee ed i ragionamento (perché mancanti), possano la prevaricazione del linguaggio e quella del gesto. E forse non a caso arroganza fa rima con ignoranza! Allora, immediatamente, si realizza che la partigianeria, la tifoseria, il senso di appartenenza, lo spirito di squadra hanno obnubilato le facoltà razionali e cognitive. Tempo perso continuare a confrontarsi! Tizio, che parla di “sanità”, quanto tempo è che non ha avuto un problema di salute? Caio, che parla di leggi elettorali per il Senato e per la Camera dei Deputati, ha mai letto la Costituzione oppure sa qualche cosa sulle Commissioni? E Sempronio, che ruggisce per “un intervento dell’Esercito contro chi si oppone all’alta velocità in Val di Susa” o della Marina Militare “che affondi le barche degli immigrati, come già fanno altri Stati [quali?]”, è certo di aver capito le ragioni che hanno spinto i valligiani o i disperati a muoversi?
Bei tempi quando ci si accontentava di fare la squadra da gioco da far scendere in campo. Non solo, ma allora si capiva anche subito l’importanza di poter contare sui migliori giocatori o sul perché occorreva “strappare” all’avversario atleti, preparatori atletici, allenatori, ecc.
Nessuno, invece, pare ricordi i poveri capponi di manzoniana memoria mentre, a testa in giù e sballottati da un Renzo giustamente nervoso, altro non sapevano fare che peggiorare la loro già infelice situazione, beccandosi e tormentatosi l’un l’altro.
I problemi che affliggono il Paese sono molto gravi. Fare … teoria e pratica di … egoismo e di cattiveria non giova a nulla. Al contrario, ora è il momento di fare esercizio di solidarietà e di condivisione. Occorre capire che, soprattutto in momenti come quello attuale, le sortite individuali ed egoistiche non approderanno a nulla. Non ci si può arricchire e salvare a spese dell’intera collettività. La nostra ricchezza e il nostro benessere sono legati al benessere e alla ricchezza di tutti. O ci si salva tutti, oppure diventerà … impegnativo vivere in Italia!
Poi occorre l’umiltà di non riconoscersi capaci ed esperti di tutto. Occorre saper scegliere, dopo aver lungamente ponderato, “chi” merita la nostra fiducia ed ha “le competenze specifiche” per farci uscire - tutti - dalla situazione complicata in cui ci troviamo. Per tutti l’augurio di un “buon lavoro!”


Mario Paganini
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