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La verità e le religioni

In tutte le religioni è importante il bilanciamento tra l’evidenza delle cose e la correttezza del ragionamento. È possibile credere in ciò che si vuole, ma difficilmente sarà possibile avere dei seguaci se la realtà del quotidiano smentisse quando si va affermando.
Così ci sono religioni con molte divinità, mentre altre religioni affermano esista un solo Dio. Alcune religioni fissano un rapporto: un corpo e un’anima (o componente spirituale). Altre religioni, invece, ammettono la reincarnazione: un’anima che vaga tra molti corpi, talvolta, perfino tra molte creature (umani ed animali).
Tutto ciò può essere considerato opinabile. Sul filo del ragionamento è possibile tutto (o quasi) per le cose astratte. Ad esempio: chi volesse approfondire può ... scervellarsi sulle differenze dottrinali, tra cattolici e ortodossi, quanto alla figura di Dio, unico e trino, e sul rapporto tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Comunque i fedeli di una religione debbono, poi, rapportarsi con il mondo esterno, con le cose concrete e, soprattutto, con gli altri. Costoro (gli altri esseri umani) esistono e poco importa che essi siano non credenti o credenti in altre religioni.
Nel Cristianesimo hanno grande importanza sia la fede che le opere.
L’amore verso gli altri suggerisce l’obbligo della testimonianza e della carità. Ma la carità, molte volte, esige concretezza, ossia: fatti ed azioni, vale a dire: l’opposto di parole.
L’Italia non vive uno dei suoi momenti migliori.
Da una parte c’è chi “parla” in pubblico molto bene, ma da un esempio osceno e disgustoso.
Dall’altra c’è chi prende atto dell’esistente e tenta soluzioni che siano il male minore. E le parole possono non piacere, ma servono per governare la realtà.
Tra le frasi fatte e di uso comune c’è l’espressione “non fare il fariseo”. È assodato storicamente che costui era solito limitarsi al parlare bene ed all’esternare, posare meglio. Non abbiamo notizia su possibili vizi o colpe del suddetto fariseo, tuttavia il fariseo, nei secoli, si è sempre attirato il biasimo dei più.
Oggi abbiamo le testimonianze, le intercettazioni, le prove documentali e, tuttavia, i moderni farisei non sono biasimati quanto invece, ed a maggior ragione, dovrebbero esserlo.
Mi stupisce sempre l’atteggiamento di alcuni credenti sulle sempre più tristi cronache riguardanti il Premier. Prima hanno parlato di falsificazione, poi di manipolazione della realtà. Ora che è tutto manifesto sento, da parte di costoro, parole di giustificazione, di comprensione e, perfino, di condanna per una (tutta da dimostrare) eventuale volontà persecutoria.
La realtà esiste. La realtà interroga tutti. La realtà è un banco di prova. La realtà è esigente. La realtà è l’altra faccia della credibilità.
Se sul tangibile e verificabile si “gioca sporco” si diventerà poco credibili anche sulle questioni astratte o di dottrina.
È ammissibile una atteggiamento di grande prudenza da parte di alcune gerarchie, in situazioni particolari. Non è ammissibile tra ampi strati di fedeli.
Ad esempio: durante la Seconda Guerra Mondiale i vertici della gerarchia della Chiesa di Roma furono realisti e cauti, tuttavia 1.900 preti furono uccisi. Invece molti di fede cristiana ebbero tra le mani un fucile o, comunque, un’arma e non praticarono altra scelta se non una diffusa accondiscendenza. Fu necessario troppo tempo per innescare una risposta perfino ovvia.


Mario Paganini
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