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La NATO starebbe valutando azioni preventive contro la Russia come deterrenza. di Giorgio Bianchi

[...] Il Comitato militare è dominato dalle spinte antirusse e il nuovo chairman ha ricevuto dal predecessore il testimone nella staffetta pro armamenti e pro-guerra. Le osservazioni dell’ammiraglio Cavo Dragone, nuovo chairman del Comitato Militare sulla possibilità d’attacco preventivo alla Russia si devono inquadrare in tale contesto.

Ovviamente l’Ammiraglio Cavo Dragone non s’è messo la feluca e dichiarato guerra. Anzi s’è mosso molto cautamente su un terreno scivoloso sapendo benissimo che in ambito Comitato Militare, come nel Consiglio Atlantico, non c’è affatto quel consenso necessario a passare da una difesa e una deterrenza, ad una difesa “proattiva”, che nel linguaggio degli ignari suona bene, ma che in quello militare, e soprattutto popolare, significa solo attaccare per primi, in ogni campo. Un militare sa bene che la guerra ibrida è tale anche perché connette tutte le forme disponibili. L’ambito cyber, al quale un militare si riferisce, non è isolato dagli altri e non è detto che la risposta dell’avversario debba essere dello stesso tipo. I pretesti di guerra sembrano essere scollegati dalla guerra, ma finiscono sempre per scatenarla. Il comandante del Maddox (l’unità militare Usa protagonista dell’episodio del Golfo del Tonchino, ndr) che entra nel panico per qualcosa che non è successo, non sembrava avere l’intenzione di scatenare l’escalation della guerra in Vietnam, ma qualcun altro ci ha pensato! Non aspettava altro. L’esplicitazione dell’Ammiraglio, ancorché moderata, diventa tuttavia funzionale alla guerra già in corso, e alla postura militare che la Nato ha già assunto. “Dovremmo agire in modo più aggressivo del nostro avversario”. Anche se sul piatto ci sono “questioni di quadro giuridico, di giurisdizione: chi lo farà?”. Già, quale organizzazione o nazione s’incaricherà d’attaccare per prima? E in ragione di quale minaccia concreta? E se il nemico ce l’avessimo in casa? La Nato sta facendo un gran baccano per presunti attacchi Russi cyber, droni e sabotaggi. Tutte cose uscite dal manuale delle giovani marmotte anglo-ucraine. Cavo Dragone cita il successo dell’operazione Baltic Sentry nel Mar Baltico, dall’inizio della quale “non è successo nulla. Quindi significa che tale deterrenza sta funzionando”. Oppure che non erano Russi i responsabili, come non lo erano stati negli anni precedenti? Rispetto alla Russia, dice l’Ammiraglio, la Nato “ha molti più vincoli a causa di etica, Leggi e giurisdizioni”. Sarebbe vero se li rispettassimo. Che dire delle operazioni nei Balcani e altrove, illegali, illegittime, non provocate, e condotte dal 1990 in poi? “Dobbiamo analizzare come si ottiene la deterrenza: attraverso azioni di ritorsione, o attraverso un attacco preventivo?”, si chiede l’Ammiraglio. Ce lo chiediamo tutti, ma è proprio vero che non ci siano alternative al contrattacco e all’attacco? Rendiamo seria la difesa Nato, a partire dalla politica e dall’individuazione del nemico. Quello vero.

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