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Se finisce la guerra, i politici che tanto l'hanno voluta finiscono a piazzale Loreto. di Gianluca Napolitano

Se finisce la guerra, i politici che tanto l'hanno voluta finiscono a piazzale Loreto. E lo sanno bene...
La fine del conflitto spazzerà via la speranza di farne pagare i costi alla Russia. E la consapevolezza delle "masse europee" che a pagare dovranno essere loro farà il resto.
Quindi abbiamo poche opzioni residue: la guerra (in Ucraina oggi, in Finlandia o Lettonia o Georgia domani) deve continuare. Fino all'ultimo respiro.
Perchè se dovesse finire ora, viene fuori tutto. I soldi che sono girati, chi li ha presi, quanti ne ha presi. Le balle che ci hanno raccontato, chi le ha avvallate, le troppe menzogne, e specialmente il perché sono state raccontate.
Voi capite bene che di fronte ad una situazione in cui l'intera Europa si ritroverà sconfitta come se la guerra in Ucraina l'avesse combattuta in prima persona - e rovinata e umiliata per precisa scelta cocciuta e ostinata di questi politici - non sarà possibile fare come per la Pandemia, cioè nascondere tutto sotto il tappeto.
Non credere mica che i russi, con tutto il sangue russo versato, ce la facciano passare liscia così, vero?
Credete veramente che i piani di Putin di far tornare tutto come prima “meglio di prima”, tornare a fare affari come un tempo, abbiano qualche probabilità di essere realizzati?
La guerra Russo-Ucraina - per tempi e modalità - è stata un suo colossale errore di valutazione, e alla fine - benchè vittorioso - sarà un errore che gli verrà fatto pagare (toccò anche a Churchill, figuriamoci a lui!).
I rapporti con la Russia non torneranno mai più come prima. Nel senso che sarà chiaro, e fatto pesare costantemente, chi ha vinto e chi ha perso. Moralmente ed economicamente.
L'Europa verrà disarmata e spogliata delle sue armi più micidiali: la moneta, la finanza e la capacità produttiva.
So che non volete sentire parlare del COVID e della Pandemia, ma è proprio lì che si nascondono tutte le cause (e le risposte) di quello che è successo. È lì che è nato il delirio di onnipotenza delle élites europee, e la scoperta, da parte loro, che le “masse” europee sono molto più docili e malleabili di quello che si credesse.
Ancora più docili e facili da manipolare di quelle arabe (e senza neppure scomodare le religioni...).
La Pandemia ha dimostrato, al di là di ogni dubbio, che gli Occidentali sono disposti a credere di tutto, ad accettare tutto e farsi fare di tutto, se adeguatamente “lavorati ai fianchi”, massaggiati dalla propaganda e privati ​​della voce di protesta.
Specialmente se sufficientemente spaventati.
Ma anche facendo finta che non sia mai accaduto nulla - cioè volutamente mettendo da parte le radici profonde di queste logiche politiche - quello che rimane è più che sufficiente per tracciare il quadro di un futuro fosco e ormai scritto nel libro del destino.
E il quadro ritrae una Europa che si ritrova politicamente più che mai disunita, rancorosa, diffidente, ma anche priva delle fonti di energia, abbondanti e a basso costo, che aveva prima del conflitto.
Una Unione Europea nella quale gran parte dei membri sono da sempre privati ​​delle materie prime necessarie, specializzata nella trasformazione e nella finanza, ma spogliata dei suoi mercati più redditizzi e strozzata dai debiti.
La dimensione della sconfitta, agli occhi della gente, verrà proprio da questo: l'aumento spropositato del costo della vita, una competitività demolita aggravata dalla perdita dei mercati Russo e Cinese, dovuti alla contrapposizione politica che non terminerà con la guerra in Ucraina, visto che gli USA continueranno a pretendere che gli alleati li seguano nel loro scontro con la Cina.
Qui non si tratta più del rischio, ma della certezza di una crisi economica permanente e di tipo sudamericano, che scatenerà la corsa nazionale al "si-salvi-chi-può", con la rinascita di nazionalismi brutali, e la fine di fatto dell'esperimento solidale “Unione Europea” (di cui, per altro, vediamo già, comunque, i sintomi anche ora).
L'Unione Europea, ormai fusa con la NATO, è già abbondantemente sulla via di implodere, per il semplice fatto che gli USA, l'azionista principale dell'Alleanza Atlantica se ne stanno tirando fuori, lasciandoci i cocci e il conto da pagare.
La fine del conflitto spazzerà via - definitivamente - ogni speranza di far pagare i costi alla Russia.
E anche se valanghe di propaganda, narrazioni benaltriste, cercheranno di nasconderlo, chi si troverà senza lavoro, senza risparmi, senza pensione e, alla fine, anche senza casa, non avrà altra scelta che reagire in malo modo.
E a prendersela col potere. Coi politici, coi volti noti. Con chi si è fatto conoscere un po' troppo con “l'Ucraina-che-vince”.
Linciarli non porterà certo il pane in casa, ma vuoi mettere il sollievo, benchè momentaneo?!
Ovviamente la necessaria e inevitabile repressione del dissenso, che ne seguirà, creerà un clima esplosivo, che non potrà che sfociare in rivolgimenti, se non elettorali, molto simili alle rivoluzioni colorate finora fomentate ovunque dagli USA.
Solo che, questa volta, a divertirsi con le varie Maidan saranno i Russi...
Ecco da dove escono le farneticazioni di Macron e di Starmer, e il carico giocato sulla briscola dal Capo di Stato Maggiore francese Fabien Mandon secondo il quale i cittadini francesi dovrebbero “accettare di perdere i propri figli” in una guerra contro la Russia.
Vengono dalla stessa regìa che ha scritto il copione a Mark Rutte, Segretario della NATO, e al Presidente del Comitato Militare della NATO, l'Ammiraglio italiano Giuseppe Cavo Dragone, secondo i quali bisognerà pensare ad attacchi preventivi alla Russia (visto che alle altre provocazioni finora non hanno risposto).
Il conflitto deve passare ad essere combattuto sul territorio Russo - o, in alternativa, in Finlandia o Georgia, altrettanto lontane - perché l'Ucraina è fottuta. È questione di poco, e lo sanno tutti.
A Kiev si insiederà un governo filorusso, e tutti i cadreghini dei leader e dei gruppi industriali e finanziari europei verrano fuori, con nomi, importi e lista di intrallazzi. E potete scommettere che i Russi non ci andranno con mano leggera. Altro che “file Epstein”.
Non sono fantasie, miei cari, ma la pura e semplice constatazione che l'Europa e la NATO sanno che stanno per essere colpite nei propri interessi vitali. E questa gente, che parla così, apparentemente senza freni, senza preoccuparsi di come la prenderanno i Russi, parla su un mandato politico ben preciso.
Vogliono - devono - preparare il terreno ad un conflitto “vero”. Anche se ormai le risorse sono state consumate per l'Ucraina. Anche se non tutti sono d'accordo, e alla fine a combattere ci sono pochi dubbi su chi ci andrà. Anche se si sa bene che non ci si può mettere contro uno che ha 6.500 testate nucleari.
Ma in questa situazione, ormai priva di sbocchi, la classe dirigente europea non ha altra scelta che rilanciare, contestando il verdetto dei fatti, buttando all'aria il tavolo e passando alle armi.
Anche sapendo perfettamente che noi europei verremo sconfitti, annientati, azzerati per i decenni a venire.
Esattamente come tutti sapevano che l'Ucraina non aveva possibilità, contro la Russia.
Ma per loro è comunque meglio essere Re all'Inferno che servi in ​​Paradiso.
Perché l'alternativa è perdere tutto e finire a testa in giù appesi ad un distributore.

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