Si chiamava ReArmEu, ora si chiama Preserving Peace.
Ursula von der Leyen e Kaja Kallas hanno presentato il piano con il consueto lessico anestetizzante: “peace”, “readiness”, “solidarity”. Parole morbide per nascondere un fatto semplice: l’Unione Europea non è più un progetto politico, ma la divisione paghe e riscossione tributi della NATO.
Un colossale sportello contabile incaricato di finanziare con soldi europei le guerre americane.
I Russi non hanno la capacità di attaccarci.
Finanziamo le guerre, ma chiariamo subito che non sono dietro l'angolo, altrimenti la gente si spaventa, eh! Così ecco che gli stessi di prima si premurano di informarci subito che “Il Cremlino non può attaccarci”, ci mancherebbe altro, “ma potrebbe farlo in futuro". Potrebbe piovere, ma anche no, eh?
La Guerra è Pace, l'ignoranza è saggezza e l'aggressione è difesa…
Così, in pieno stile Orwelliano, la cricca di Bruxelles chiede ai cittadini europei di pagare 1.500 euro a testa per “preservare la pace”.
Da notare che i padri dell'Europa hanno congegnato i trattati in modo che in nessun modo e per nessun motivo l'Unione Europea, nella figura della Commissione, potesse imporre tasse, comunque chiamate.
E infatti i soldi non ce li metterè "l'Europa" (che è il moderno corrispondente di "paga Pantalone"). Ma ce li metteremo noi. Ogni-singolo-stato-membro. Come ha detto Heghset, il vicerè USA del momento, "niente scrocconi al tavolo".
E vai di piscosi bellica !
È la vecchia logica dell’assicurazione militare: ti vendo la paura e ti faccio pagare la polizza.
Solo che qui la polizza non copre nessun rischio reale, il rischio lo creano loro stessi, continuando ad alimentare una tensione artificiale con Mosca che giustifica tutto: bilanci militari gonfiati, fondi straordinari, deroghe al patto di stabilità, e perfino un ritorno dell’industria pesante di Stato — ma solo per i fabbricanti d’armi.
Nessuno osa dire che la Russia non ha né i mezzi né l’interesse di invadere l’Unione Europea. Nemmeno quando sono gli stessi analisti del Pentagono a dire che Mosca impiega tutte le sue risorse nel conflitto ucraino e non dispone della capacità logistica per una guerra su più fronti (cosa vera e non vera, perchè una guerra con la NATO sarebbe solo una escalation di quella Ucraina).
Ma comunque fanculo i dettagli, a Bruxelles serve un nemico, e la narrativa del “pericolo russo” è perfetta: spaventa i cittadini, unisce i governi, e giustifica l’impossibile.
L’impatto economico: la pace che costa come una guerra.
Il piano “Preserving Peace” è un gigantesco moltiplicatore d’inflazione.
Quando l’Unione Europea parla di “investimenti militari”, in realtà intende debito futuro.
Ogni missile, ogni radar, ogni base rafforzata a Est verrà pagata con soldi presi in prestito, cioè con nuove emissioni di titoli, nuova moneta BCE, nuovo drenaggio di potere d’acquisto dai cittadini.
È il classico gioco a somma zero dell’economia neoliberale: i profitti vanno ai colossi industriali (Airbus Defence, Leonardo, Rheinmetall, Thales), mentre il conto lo pagano lavoratori, pensionati e imprese minori.
Non è un caso se i salari stagnano, i mutui crescono, e i governi “non trovano risorse” per il welfare: le risorse ci sono, ma sono state dirottate nella difesa.
E quando la BCE sarà costretta a stampare moneta per sostenere il debito di guerra, l’effetto sarà la stagflazione strutturale: prezzi alti, crescita bassa, disuguaglianze in aumento.
In ogni caso una ulteriore accelerata all'umento del costo della vita, che è salito del 20–25-30% alla faccia dell'inflazione ufficiale.
Una cupola chiamata difesa europea che è solo una "bolla".
Von der Leyen parla di "muro di droni", vagheggia si una “cupola europea di protezione”, ma sembra piuttosto che abbia in mente una cupola mafiosa.
La protezione si trasforma in "pizzo" puro e semplice, dove ogni Paese paga la sua quota “per la sicurezza comune”, nessuno può rifiutarsi - chi protesta viene bollato come “filorusso” e boicottato, perdendo i fondi europei come l'Ungheria - e in cambio non riceve niente. Solo soldi che spariscono in spese "secretate", come abbiamo già visto accadere coi vaccini.
Si tratta di un vero e proprio golpe, che impone una fedeltà forzata, dove tutti versano contributi ma solo i grandi - Francia, Gran Bretagna e Germania - forti del loro mandato non scritto con gli USA, gestiscono gli appalti e la strategia.
Non a caso sarà proprio la Germania della quale la Von Der Leyen è stata ministro della difesa, a guidare lo European Air Shield, il cuore del nuovo sistema militare continentale, interoperabile con la NATO.
Traduzione: gli americani esternalizzano, i tedeschi comandano, e gli altri pagano.
In pratica, la sovranità europea è stata privatizzata, ceduta a un complesso militare-industriale transatlantico che nessun Parlamento potrà più controllare.
L’Europa post-democratica.
Il linguaggio ufficiale è ormai una parodia: “difesa della pace”, “resilienza strategica”, “autonomia condivisa”.
Ma sotto la patina comunicativa resta la realtà di un continente commissariato.
L’Unione Europea non decide più nulla di proprio: è un ufficio amministrativo della NATO, un ministero delle Finanze della guerra, che riscuote tributi e distribuisce stipendi ai contractor.
Altro che sovranità comune: questo è auto-colonialismo.
E quanto al governo dei "sovranisti", ormai è diventato il governo dei "collaborazionisti", dove Washington detta la linea, Berlino esegue, Bruxelles verbalizza, e Roma paga.
D'altronde si sa, gli italiani sono i più ricchi d'Europa, a livello di rispamio delle famiglie. E da che mondo è mondo i soldi non si prendono dove non ci sono, ma dove è più facile trovarli.
Comunque ce n'è anche per gli altri. Il cittadino europeo ormai sta per diventare un suddito, un contribuente di un sistema che non controlla, che non elegge, e che lo impoverisce in nome della “difesa”.
Pane, armi e retorica.
Il paradosso è che proprio mentre Bruxelles predica “sobrietà di bilancio”, e suggerisce (per non dire "impone") di tagliare su pensioni e sanità, si prepara a bruciare 6.800 miliardi di euro in armi.
Seimilaottocento miliardi di euro, gente.
E questo in un continente che ha avuto difficoltà enormi a vare un PNRR da 700 miliardi (in 5 anni) e dove ormai milioni di persone saltano i pasti, dove i servizi pubblici crollano, e dove i giovani non trovano lavoro, e sono costretti a girare l'Europa per trovarne uno.
Questa è la nuova Europa della psicosi di guerra: il welfare tagliato, la guerra finanziata, e la propaganda elevata a dottrina ufficiale, il dissenso represso e la gente rincoglionita.
Gli stessi che gridavano allo scandalo per i missili russi puntati sull'Europa - mai colpita da nessuno negli ultimi 80 anni - oggi esultano per i missili europei puntati sulla Russia, e subappaltati agli ucraini.
La vera minaccia per l'Europa non è il Cremlino: è la degenerazione tecnocratica dell’Unione, che usa la paura come leva fiscale e la retorica della pace per imporre un’economia di guerra permanente.
E noi italiani siamo i più coglioni di tutti.
Il paese culla degli ingovernabili, cinici e astuti bastardi, da sempre campione del pensiero critico e della diffidenza nei confronti dei governanti - è diventata una platea paludente e ubbidiente.
La sinistra, ormai convertita all’atlantismo, si limita a commentare "con scetticismo" le “scelte difficili” di Bruxelles, dimenticando che ogni euro speso in armi è un euro sottratto a chi lavora.
L’Europa voleva “più autonomia strategica”.
Ha ottenuto solo più dipendenza economica e meno libertà politica.
“Preserving Peace” ?
Alla Von Der Leyen - riconfermata a "furor di pochi" - mentire riesce naturale come respirare.
Pace ? Ma dove ? Ma quando ?
Stanno solo cercando di preservare il sistema.
Il nome cambia, ma la sostanza no: 6.800 miliardi di euro in armi, missili, droni, satelliti, radar, scudi e “progetti di interoperabilità” con la NATO.
Una montagna di denaro pubblico travestita da piano di sicurezza, in realtà il più grande programma di riarmo sistemico dell’Europa dal 1945.
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