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  IL TACCUINO DI MARIO  
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I sogni si vivono, si condividono, ma non si criticano.

“Loro” sembra abbiano fatto tutti la stessa scuola. Avete notato come “loro”, gli auto proclamatisi paladini di Berlusconi, si comportino tutti alla stessa maniera? Infatti, osservando i loro rituali, notiamo numerose somiglianze. Innanzitutto “loro” si invitano, prendono la parola e non la cedono, quindi: non attendono inviti e non hanno mai esitazioni. Poi “loro” non rispondono, ma iniziano dei monologhi. Non ragionano sulla sostanza dei fatti, ma si arrampicano sugli aspetti marginali. Non parlano e si confrontano, ma urlano ed aggrediscono. Non accettano chi hanno di fronte, ma - alla prima occasione o finita la sceneggiata - lasciano il campo. “Loro” hanno un istintivo e consolidato atteggiamento di supponenza, di superiorità, di alterigia per l’altra parte che è immediatamente percepita come ostile, da sacrificare, da annichilire, da annientare. “Loro” non cercano il confronto, ma vogliono subito la rissa. “Loro” rincorrono lo schiamazzo sguaiato ed inconcludente. È, anzi, proprio questo l’obiettivo: se in qualche modo, comunque, riescono a far confusione, “loro” sono già riusciti nello scopo. Infatti, chiunque segue l’evento, percepisce e subisce la confusione e originata da questa sorgono dubbi ed incertezze. Infatti l’utente normale avverte che, se qualcuno mette foga e passione in quello che fa e in quello che dice, deve esserci sicuramente una ragione, deve esserci un perché. Evidentemente chi si abbandona all’impeto focoso crede fortemente in qualche cosa e da questo è spronato. Forse l’inquieto è in possesso di una parte di verità, non a tutti nota, e quindi sta reagendo ad una ingiustizia. Forse un poco di ragione anche l’iracondo può averla …
Magari potrà sfuggire all’utente medio, ma - guarda caso - l’esagitato di turno o, meglio: tutti “loro”, sono quasi sempre uomini e donne di spettacolo, o - in qualche modo - persone collegate allo spettacolo ed agli indici di ascolto. Il pubblico degli utenti ha reso e consacrato “loro”come un saldo riferimento pubblico. E “loro” sono uomini e donne a cui sono state erogate prebende e riconoscimenti, pubblici ed istituzionali, per il solo fatto di essere capaci di fare audience. In buona sostanza “loro” sanno stare in pubblico e, in gran parte, erano e sono attori.
Da notare come, in Italia, la “cosa pubblica” ed il mercato pubblicitario hanno e da tempo, di fatto, un solo referente …
Poi ci sono i capibanda. Tanto hanno fatto e detto con i mass media che, ora, i capibanda confondono la realtà vera con la realtà virtuale. E poiché per loro, i capibanda, l’una e l’altra si fondono e si confondono, per convenienza e per lucro, credono di poterlo fare con tutto e con tutti. Un buon pubblicitario deve conoscere la realtà per costruirci sopra qualche cosa di fantastico, ma idoneo a far acquistare un prodotto o un servizio. Una concatenazione di eventi: realtà, poi: fumus ed ancora realtà. Un esempio: denti, poi: denti più sani, più belli, forti, splendenti, ecc. ed ancora: solamente con il dentifricio XYZ. C’è un particolare, non marginale, nella catena: il primo elemento e l’ultimo, il reale e l’immaginato (il virtuale), sfumano l’uno nell’altro. Ancora dall’esempio: i denti erano “più e più” già nelle prime immagini. Eppure il messaggio è che, solamente usando il dentifricio XYZ, avrai un miracoloso effetto retroattivo. Se nel presente usi XYZ in futuro avrai un sorriso fantastico. Poco importa che il tuo dentista, fino a ieri, anziché in bocca si mettesse le mani nei capelli non appena l’aprivi!
Il 14 gennaio il Primo Ministro ha appreso che era stato messo formalmente sotto inchiesta e sospettato di due reati: pagare per fare sesso con una prostituta minorenne e, abusando della sua posizione, cercare di nascondere l’accaduto. La prostituta è una marocchina, certa Karima el-Mahroug (nota come Ruby). Il dossier, inviato a Roma, perché gli investigatori necessitavano del consenso parlamentare, sostiene che la giovane el-Mahroug abbia visitato la villa di Berlusconi (vicino a Milano) otto volte nel 2010. Quando, poi, Ruby fu portata in una stazione di polizia, con l'accusa di furto (in maggio), fu rilasciata e consegnata ad una delegata del Primo Ministro, dopo una telefonata fatta dal suo ufficio. I Pubblici Ministeri credono di avere abbastanza prove per accusare il signor Berlusconi, senza aver bisogno di un’udienza pre-processuale.
Nel frattempo il Primo Ministro compare in televisione per minimizzare l’accaduto, sembra ammettere, reclama il suo diritto ad un divertimento dopo una dura giornata di lavoro. Tenteranno di manipolarla, ma in tanti hanno udito la battuta: “meglio con una escort che con un gay!” Poi, puntualizza e non ammette. Anzi, alla fine, nega con sdegno.
Tutta la vicenda ha una evoluzione mass-mediatica, che così può essere riassunta: per telefono, non sapendo che qualcuno ci sta registrando, le persone normali raccontano - insanamente - delle menzogne. Poi, tempo dopo, di fronte alle telecamere di una rete privata (quella del … padrone), le persone normali, sapendo che tanti le stanno ascoltano (e, magari, tra costoro anche qualcuno di … particolare) raccontano la verità.
Chi non ha spento il cervello ed obliterato la memoria, esterrefatto e sgomento, non riesce a capacitarsi per quanto stia accadendo.
Due considerazioni finali.
1° L’Italia era un Paese di Santi, di navigatori e di poeti. Ora, possiamo aggiungere, di una moltitudine di sognatori. E i sogni, si sa,sono una dimensione fantastica. Talvolta possono essere anche condivisi. Può accadere, perfino, che qualcuno desideri un ruolo ed un posto nel sogno di altri. Ma, mentre la realtà può essere giudicata e criticata da chiunque, invece non lo sono i sogni. Quando un sogno e la squallida realtà coincidono, ecco pronto a scendere in campo un esercito di ruffiani (appagati) e di sognatori (paganti e pagati).
2° Il mondo va avanti, con o senza l’Italia. Sta all’Italia e agli Italiani decidere se tagliarsi fuori dal mondo o se svegliarsi e, finalmente, uscire da quello che è il sogno di pochi e l’incubo di molti.


Mario Paganini
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