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I Mille di Garibaldi ... non erano mille ! di Carlo Coppola

Nel 1861 il Regno delle Due Sicilie sulla carta aveva un esercito pari a quello piemontese e la marina più forte d'Italia: perché è collasssato appena invaso da soli 1000 miliaizani ben armati?
Perché le cose non sono andate esattamente così!
Dopo lo sbarco a Marsala, dove non erano presenti truppe di terra napoletane, si unirono ai 1.000 garibaldini circa 3.200 delle bande dei picciotti forniti dai latifondisti locali, che erano preparati da mesi all'invasione.
Pochi sanno inoltre che di sbarchi in Sicilia se ne contarono una ventina dopo il primo operato da Garibaldi.
Cronologia:
L'11 maggio sbarcarono insieme a Garibaldi a Marsala 1.162 (secondo altre fonti 1089) garibaldini. Contrariamente a quanto affermato dalla vulgata risorgimentale per anni, la maggior parte dei garibaldini della prima ondata erano componenti del corpo militare dei Cacciatori delle Alpi, fondato da Garibaldi anni prima. Già usato nella campagna d'Italia dei Savoia ed esperti di combattimento.
[...]
Il 22 luglio arrivarono altri 1.500 soldati ex piemontesi al comando di Gaetano Sacchi, già comandante del 46º reggimento di linea dell'esercito piemontese ed anche lui in "congedo provvisorio".
Complessivamente le spedizioni navali furono più di 20 e sono tutte registrate nella monumentale opera di un grande storico Inglese - George Macaulay Trevelyan, "Garibaldi e i mille" - oltre che testimoniate da molte altre fonti, per un totale di circa 21.000 soldati, per la stragrande parte militari piemontesi, sotto mentite spoglie di volontari e armati di tutto punto.
In sostanza: dopo pochissimo tempo dal primo sbarco, l'esercito garibaldino poteva contare su una forza valutabile in circa 25–27.000 uomini, formata da 22.000 uomini sbarcati e 4.000 forniti dai baroni siciliani.
Una invasione su larga scala e non di 1.000 miliziani. Generosamente finanziata. Le guerre costano e il Piemonte di soldi non ne aveva, seppellito dai debiti com'era.
Le armi non sono gratis, le munizioni nemmeno, ai soldati va data la paga e bisogna farli mangiare, vestirli, trasportarli. E far mangiare circa 25.000 uomini, tutti i giorni, non costa poco se non hai uno Stato alle spalle che finanzia.
Allora da chi ebbero i soldi i garibaldini?
Beh… non è difficile da capire. Tutte le Nazioni europee si dichiararono contrarie all'invasione che era avvenuta con metodi pirateschi, e senza nessuna dichiarazione di guerra. Tutte tranne una: l'Inghilterra, che si oppose ad ogni azione di aiuto al regno napoletano e ad ogni iniziativa diplomatica.
Gli studiosi parlano di 2 milioni di piastre turche in oro, una cifra molto rilevante all'epoca. Diversi miliardi di euro dei giorni nostri.
La Gran Bretagna all'epoca era la più grande potenza economica e militare del mondo, e riteneva il Mediterraneo la piscina di casa sua, e di ragioni per far crollare il regno Borbone ne aveva ben più d'una.
Nel seguito delle vicende belliche l'esercito piemontese sbarcò svariate compagnie di soldati sulle coste Campane, prima della battaglia campale sul Volturno, che decise i destini della guerra, mentre anche gli inglesi avevano inviato un migliaio di soldati della Legione Britannica, al comando del colonnello John Whitehead Peard, che ingrossarono ulteriormente le file dell'esercito di Garibaldi, che si presentò alla battaglia del Volturno con 25.000 soldati, contro i 28.000 dell'esercito napoletano, nonostante avesse lasciato corposi contingenti militari in Sicilia e in Calabria.
La battaglia non fu risolutiva. Le perdite furono identiche fra i due schieramenti, anzi l'esercito borbonico aveva ottenuto qualche vantaggio tattico, ma il comandante napoletano, Giosuè Ritucci, un buon generale, ma già malandato e 66enne, nonché di carattere assai titubante, preferì ritirarsi, dopo il primo giorno di battaglia, su posizioni più difensive. Gli storici filo-risorgimentali parlano di sconfitta dei Borbone [...]. L'esercito napoletano non perse lo scontro. Semplicemente, per decisione del comando, si ritirò.
Ritucci fu poi ritenuto responsabile della mancata vittoria, ma il generale era un attendista, pensava che le potenze internazionali sarebbero intervenute a difesa del Regno, mentre il Re gli chiedeva una decisione che lui non aveva nelle sue corde. Secondo gli analisti storici Ritucci non seppe concentrare le sue forze e sfruttare la cavalleria, che in alcuni frangenti avrebbe potuto travolgere i garibaldini, e ad alcuni errori tattici avrebbero contribuito anche diversi subordinati, come il colonnello Giuseppe Ruiz de Balestreros che contravvenne agli ordini di battaglia. Nel piano di attacco della battaglia del Volturno il ruolo della brigata Von Mechel prevedeva che sia le truppe del colonnello svizzero, sia quelle di Ruiz, fossero avanzate verso Caserta unite, per prendere alle spalle il nemico, attaccato frontalmente dal resto dell'esercito.
In realtà il colonnello svizzero, non fidandosi di Ruiz, preferì combattere da solo ai Ponti della Valle, ma Ruiz dimostrò assai poca efficienza, eseguendo con lentezza i suoi movimenti, giungendo molto tardi all'appuntamento con Von Mechel. Distaccò, per l'attacco a Castelmorrone, solo un migliaio di uomini, senza fare proseguire in avanti gli altri quattromila, ed evitando di andare in soccorso al Von Mechel, cosa che avrebbe consentito una schiacciante vittoria borbonica, che il Von Mechel per poco non riuscì ad ottenere da solo. Il Ruiz fu poi ferocemente attaccato, per la sua condotta riprovevole e anche gli analisti militari di parte Savoia, nei loro successivi scritti, ne sottolinearono il ruolo assai negativo per la la battaglia.
Sicuramente il Ritucci era fortemente preoccupato anche dall'arrivo dal Nord di un altro esercito piemontese, e convinto di potersi meglio difendere a Capua.
Garibaldi nell'occasione non diede grande prova di sé, come generale non era abituato a battaglie di così grandi dimensioni e con così tanti uomini, ma alle carenze tattiche e strategiche sopperì con il suo carisma personal,e che spese a larghe mani durante la battaglia, cercando di essere fisicamente presente ovunque fosse possibile. E la sorte lo aiutò. Quella carica della cavalleria borbonica che Ritucci non ordinò e la sciagurata condotta del colonnello Ruiz De Ballestreros cambiarono i destini d'Italia per sempre.

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N.B. Sono state apportate piccole riduzioni al testo originale e l'immagine proposta NON è stato possibile comunicarlo, per l'approvazione, a Carlo Coppola.


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