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Democrazia e percezione della realtà

Non è necessario battere contro un muro per capire che la realtà c’è, esiste ed è certa. La realtà ...esterna, quella ordinaria e del quotidiano (si prescinde ed ignora quella dei filosofi, degli astrofisici o, anche, più semplicemente quella degli artisti creativi) è sempre “mediata” dall’intelligenza umana, ossia dalla conoscenza acquisita direttamente o indirettamente. Ad esempio: nessuno dubita dell’ esistenza dei canguri, dei lemuri o degli ornitorinchi, quantunque siano pochi coloro che hanno potuto vederli con i propri occhi. Dunque la nostra intelligenza ci dice che possiamo e dobbiamo condividere anche le conoscenze che ci sono trasmesse da altri, fatta una verifica più o meno approfondita.
Diventa, allora, interessante osservare due tifosi quando si accalorano, scomposti, agitati e paonazzi, nel commentare gli episodi di una partita di calcio. L’evento sportivo può essere mostrato al rallentatore. Le immagini sono oggettive e documentano una realtà. Tuttavia, anziché chiarezza finirà con il prevalere, tra i due tifosi, la confusione. Le urla e la gestualità presto segnaleranno che, all’occorrenza e per imporre il proprio punto di vista, entrambi saranno disposti a ricorrere al confronto fisico. E tutto questo spreco di energie trae origine da …una banale partita di pallone (e dalla non repressa voglia di emergere)!
Sembra che anche all’estero simili comportamenti siano frequenti, ma limitatamente allo sport.
Abbiamo, infatti, avuto notizia che, in Svezia, un politico si sia dovuto dimettere per non aver pagato l’equivalente del nostro canone televisivo. Abbiamo, anche, avuto notizia che, in Inghilterra, un politico abbia avuto grosse difficoltà perché il partner (!) aveva tentato di dedurre fiscalmente il costo dei sigari. Infine abbiamo avuto notizia che, negli States, un politico si sia dovuto ritirare perché non aveva “messo in regola” l’equivalente della nostra collaboratrice familiare. Va sottolineato, dunque, come tutti costoro, nei rispettivi Paesi, non abbiano mai trovato dei tifosi difensori, buonisti e perdonisti.
Diversamente in Italia. Qui, purtroppo, sembra che la passione per le squadre di calcio si sia trasferita ai Partiti. Spesso, infatti, molti nostri connazionali sono poco “lucidi” nei giudizi, anzi sono palesemente faziosi e in malafede. Ecco, allora, che per costoro diventa necessario aggredire verbalmente l’altro su questioni speciose o capziose, perché sono ben consci di non avere argomentazioni valide da poter opporre.
Qualche esempio. Se un leader politico viene scoperto con l’amante, mentre aveva falsamente dichiarato di essere intento all’adempimento dei propri uffici, deve giustamente dimettersi. Se un altro leader politico viene scoperto ad una” fiesta” a base “di viados e di cocaina”, deve giustamente dimettersi. Difficile credere che vizi privati possano convivere con pubbliche virtù.
Sarebbe, poi, troppo facile poter confinare la mancanza di onestà ad una parte del Paese (con l’evidenza di “Roma ladrona”) oppure credere che una determinata appartenenza partitica determini “la certezza di capacità, di onestà e di competenza”. Se così fosse, infatti, potremmo semplicemente procedere sia all’edificazione di un muro (per isolare l’agro pontino) sia all’iscrizione, per tutti obbligatoria, a quel determinato partito che rende - ipso facto - capaci, onesti e competenti. Bando alle illusioni: le strutture possono molto, ma di certo non fanno miracoli!
Invece, allibiti, constatiamo che - come nel gioco del calcio - una parte consistente degli italiani usa un peso e reclama due misure.
Infatti c’è chi organizza festini, con minorenni, bunga bunga, “auto blu”, scorte armate, rivendicando (pubblicamente) per se stesso il “diritto” a simili distrazioni (come fossero modello di vita ed esempio di cattoliche virtù) e non tutti si scandalizzano.
Anzi c’è perfino chi si vede negato il diritto di potersi scandalizzare. La cosa tragicomica è che la reprimenda arriva da quelle “persone oneste (?) e per bene (?)” che, in precedenza, si erano stracciate le vesti e avevano gridato “allo scandalo!”, in circostanze simili, in cui però erano coinvolti gli esponenti di un altri Partiti.
Ma chi manovra e distorce la realtà, manovra e distorce il controllo popolare. E se l’attenzione e la reattività democratica diventano fiacche, è più facile manipolare la realtà. Così attraverso una minore educazione, una scarsa istruzione, un di più nei mass-media (già strabordanti di reality e di gossip), un di più di alienazione nel lavoro e nella vita di relazione si innesca una spirale perversa dalla quale diventa difficile districarsi ed uscirne. Ecco perché, oggi, la realtà, anche se sgradevole, non da tutti è correttamente percepita. Ecco perché, oggi, molte persone neanche più si accorgono dello Stige in cui sono immerse. Ecco perché in tanti non reagiscono. Tra democrazia e corretta percezione della realtà c’è una corrispondenza biunivoca, un interscambio. Facendo sublimare la realtà si addomestica la democrazia.
Occorre confidare nell’impegno di chi non si rassegna poiché a chi ha negato la realtà, prima o poi, capita di ...sbatterci contro.


di Mario Paganini
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