Il 25 maggio, l’ex capo di Roscosmos, già ministro della Difesa, Dmitry Rogozin ha accusato l’Ucraina di voler scatenare la terza guerra mondiale con l’attacco a due torri del sistema radar Voronez DM ad Armavir, nel territorio di Krasnodar, suggerendo il coinvolgimento degli Stati Uniti.
Secondo fonti russe riprese dal portale The War Zone, l’attacco sarebbe avvenuto il 23 maggio. Nonostante l’assenza di dichiarazioni ufficiali da parte di Mosca, Kiev e della NATO, l’attacco è confermato dalle immagini satellitari, perfettamente in linea con quelle “da terra” diffuse sui social e dalle agenzie locali.
“Ci sono anche prove evidenti di colpi multipli sugli edifici radar. Vale la pena notare che i sistemi radar sono generalmente sistemi molto sensibili e fragili, e anche un danno relativamente limitato può provocare una mission kill, rendendoli inutilizzabili per un lungo periodo di tempo”.
Il danneggiamento della stazione di Armavir acceca la capacità di Mosca di individuare le minacce ostili. Viene così a mancare la sorveglianza strategica su un ventaglio di territorio a Sud Ovest che include la Crimea e il Mar Nero, cosa che potrebbe suggerire l’intenzione di colpire con gli ATACMS il ponte di Kerch per distruggerlo, più volte ribadita dal governo di Kiev.
Gli analisti di The War Zone hanno però dei dubbi su questa possibilità. Il Voronezh DM appartiene ad una famiglia di radar ad altissima frequenza (UHF) over-the-horizon (OTH), che quindi potrebbe “non vedere bene così obliquamente” se gli obiettivi si trovano al di sotto dell’orizzonte. Sono progettati principalmente per rilevare il lancio di missili balistici da molto più lontano.
Ciò suggerisce il coinvolgimento di attori terzi, che potrebbero attaccare al di fuori dell’Ucraina, potenzialmente anche con l’atomica. Il gigante è cieco da un lato e pertanto vulnerabile. L’analista militare Stefano Orsi in più occasioni ha affermato che questa potrebbe essere la prima fase di un attacco nucleare. Pertanto chi lo ha compiuto (non si ha la certezza che provenga da Kiev) potrebbe averlo fatto su commissione o per dare un segnale ad una potenza nucleare.
"Le condizioni che specificano la possibilità dell'uso di armi nucleari da parte della Federazione Russa" includono qualsiasi "attacco da parte di [un] avversario contro siti governativi o militari critici della Federazione Russa, la cui interruzione minerebbe le azioni di risposta delle forze nucleari", si legge nei Principi basici della politica statale della Federazione Russa sulla deterrenza nucleare emanati dal Cremlino nel 2020.
Il 26 maggio un altro anello del sistema di preallarme rapido è stato attaccato droni, la stazione radar "Voronezh-M" di Orsk, costruita nel 2017 nella regione di Orenburg, ad almeno 1.500km dal confine con l’Ucraina. Per colpirla, gli UAV avrebbero sorvolato o violato lo spazio aereo di parte del Kazakistan settentrionale.
Infine il canale Telegram Military Informant ha pubblicato le immagini di un drone britannico-portoghese Tekever AR3 abbattuto vicino Armavir. Ciò suggerisce un nuovo attacco per disattivare il Voronezh-DM sferrato con mezzi di Paesi NATO.
Il partito globale della guerra scalda i motori.
Avanziamo su un piano inclinato che si fa sempre più ripido. La Francia risponde alle esercitazioni russe, testando un missile nucleare (senza testata) per dimostrare la propria deterrenza. Durante questa dimostrazione muscolare, un attore sconosciuto colpisce i sistemi di preallerta strategica russa. Non si tratta di una semplice sfida alla sua deterrenza: chi ha lanciato o ordinato questi attacchi sta dicendo a Mosca che non teme una guerra nucleare. I sospetti non possono non ricadere su Kiev o su qualche capo militare, che magari intenda trascinare la NATO in guerra.
FONTE: https://www.lantidiplomatico.it/
Fai click: qui.
|