Gli Houthi, solidali con i Palestinesi, avevano ripetutamente avvisato che avrebbero colpito gli interessi di Israele, se non fosse cessato il genocidio a Gaza.
Quindi, dal momento di tale avviso, la navigazione nel Mar Rosso presentava delle incognite.
Ma una cosa è rischiare di finire coinvolti in un evento bellico, mentre è cosa assai diversa e - soprattutto - assai più grave è diventare, con certezza, una controparte, un obiettivo, un bersaglio, in un conflitto.
Può accadere di essere coinvolti accidentalmente, come “effetto collaterale”, in uno scontro bellico. Esiste la possibilità, però è assai improbabile.
Invece, quando si scegli di prendere parte ad un conflitto, le possibilità di danni e di lutti diventano certezze.
Quindi diventando l’Italia parte nel conflitto, dal punto di vista degli Houthi, anche tutti gli interessi Italiani saranno un bersaglio da colpire.
Nel caso dell’Italia il danno economico finirà con l’essere doppio. Poiché anche le navi, provenienti oppure dirette ai porti Italiani di Genova, di Trieste, ecc., con merci da e per il centro Europa, non volendo rischiare di finire coinvolte in eventi, transitando per il Mar Rosso, preferiranno circumnavigare l’Africa, trovando altri porti alternativi a Genova, a Trieste, ecc..
Ditemi voi se il riferimento al mitico “masochista Tafazzi” sia o meno opportuno !
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