Perché gran parte dell'Occidente ha perso la capacità di pensare in modo logico e razionale, reagisce agli stimoli senza consapevolezza, ne piu' ne meno del cane usato negli esperimenti di Pavlov? Da decenni gli esseri umani sono sottoposti a stimoli sempre più sofisticati - la manipolazione spesso avviene sotto la soglia della coscienza - per indurli ad acquistare servizi, esperienze e prodotti. L'Homo Consumens vive in un perenne stato di ansia, dipendenza e insoddisfazione che paralizza la coscienza. Trova sollievo solo nel conformismo, quello della massa o quello del gruppo di riferimento, ma nulla lo salva dalla sua condizione atomizzata e solipsistica. Ormai si parla di una vera e propria mutazione antropologica che riguarda la sfera psico-emotiva. L'Homo Consumens non deve ragionare e comprendere, solo rispondere a stimoli. La digitalizzazione, il bombardamento mediatico e la sempre maggiore velocità di reazione a cui l'uomo è chiamato hanno esacerbato un habitus mentale che esclude la riflessione.
La guerra è anche e soprattutto guerra cibernetica, psicologica, cognitiva e dell'informazione.
La guerra dell'informazione è una guerra per il controllo di ciò che il pubblico vede e legge.
Quella psicologica per ciò che il pubblico sente (feeling).
Quella cibernetica serve a colpire le capacità tecnologiche dei Paesi bersaglio.
Quella cognitiva si concentra sul controllo del modo in cui il pubblico pensa e reagisce.
In tutti questi casi si tratta di una guerra invisibile e per questo motivo ancora più insidiosa.
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