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  IL TACCUINO DI MARIO  
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Avanti ! Avanti, c’è posto !

Ogni volta che scorgo quella fila, noto che è sempre più lunga.

Sono tante persone, ma ognuna sembra molto diversa dalle altre. Lo noti dall’età, dai vestiti che indossano, da una spenta dignità e da un mal sopito orgoglio, dal colore della pelle ...

Però in comune hanno lo sguardo, perso nel vuoto, il fatalismo, e la rassegnazione all’avanzare lento della fila.

Avanza adagio, come stessero celebrando il funerale del proprio io, e della propria speranza.

Anche il tempo atmosferico, nei loro confronti, non mostra comprensione e clemenza. Ma questo pare essere l’ultimo dei loro problemi, l’origine di una sofferenza trascurabile, minore.

Dall’altra parte, all’inizio della fila, c’è un capannello di volontari, dall’ignota divisa. Rimestano nei pentoloni, distribuiscono generi alimentari, porgono bottigliette d’acqua.

Compassione amara. Ma per fortuna che ci sono, che esistono !

Ti si stringe il cuore per quella fila.

Poi pensi

che di questa situazione,

del loro essere diventati bisognosi,

sono anch’essi complici e colpevoli.

Hanno accettato di farsi mal guidare e mal consigliare.

Hanno scelto un ruolo passivo. Hanno scelto di non reagire; mai !

Dopo, eh … dopo era tardi. Troppo tardi. Forse era inutile per tanti, di certo, eventualmente, lo è stato per loro.

Era inutile anche per chi, tra noi, ha fatto l’abitudine a questo stato di cose, a situazioni come questa. Per chi ha scelto un ruolo passivo; per chi ha scelto di non reagire; mai !

Avanti, c’è posto. C’è posto per tutti.

In un modo o nell’altro, fisicamente o moralmente, c’è posto anche per ciascuno di noi.


di Mario Paganini
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