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Il voto del 25 settembre e la realtà sociale.

Il 25 settembre “le destre reazionarie e fasciste presenti in Italia potrebbero andare al governo del Paese anche senza avere la maggioranza dei voti”, questo in virtù del fatto che il 3 novembre 2017 Ettore Rosato, deputato del PD (ora in ”Italia Viva”) ideava una legge elettorale chiamata poi Rosatellum e approvata dal Parlamento.
Il dispositivo del Rosatellum stabilisce:
a) il 37% dei deputati e dei senatori, eletti nei collegi uninominali, andrà alla coalizione o lista che prende anche un solo voto in più degli altri;
b) i candidati vengono scelti dai partiti in liste bloccate, ossia senza possibilità di preferenze o di voto disgiunto, privando i cittadini dei diritti costituzionali nella scelta dei propri rappresentanti;
c) il voto proporzionale avrà lo sbarramento al 3% e chi prende meno non sarà rappresentato in Parlamento, ma i voti dei partiti presenti in coalizione, che prendono meno del 3%, andranno ai partiti della coalizione, che hanno più del 3%
Ora nello schieramento progressista e di sinistra tutti gridano al rischio reale che, dopo le tragedie della pandemia e della guerra e mentre infuria la catastrofe sociale, si arrivi anche democrazia negata, con partiti fascisti, leghisti, reazionari, al governo, pronti a prendersi il Paese e le sue Istituzioni.
[Analizzando la realtà del Paese, senza preconcetti ideologici, notiamo che] da almeno 30 anni tutti i Governi di centrodestra e centrosinistra hanno operato a sostegno di un disegno liberista che ha distrutto e CONTINUA a distruggere lo Stato sociale, il lavoro, i diritti, azzerando il compromesso fra capitale e lavoro realizzato negli anni 70.
A partire dalla metà degli anni 80 le aziende pubbliche dello Stato, i beni pubblici e i servizi sono stati svenduti ai grandi capitalisti, e il ministero delle Partecipazioni Statali è stato chiuso. Tutto questo ha danneggiato i cittadini che debbono pagare di più per ferrovie, luce, gas, acqua, autostrade ecc.
La Sanità è stata in gran parte privatizzata e quello che rimane, invece di essere funzionale al bene fondamentale della cura e prevenzione della salute, guarda al profitto, tant’è che negli ospedali i “Pronto Soccorso” sono collassati, e le morti da Covid dei pazienti italiani sono fra le più alte nel mondo. Negli ultimi 18 anni sono stati apportati alla spesa Sanitaria tagli per circa 37 miliardi di euro!
I prezzi, le tariffe, le bollette sono raddoppiati mentre la maggioranza delle pensioni restano di fame (il 50% è inferiore ai 1000 euro al mese) e i lavoratori vengono costretti ad andare in pensione ad oltre 67 anni. I giovani andranno in pensione con il sistema contributivo e con pensioni che, al massimo, raggiungeranno il 40% del salario percepito.
La «legge Biagi» (voluta da Maroni e Berlusconi nel 2003) vede la possibilità di 45 forme di lavori precari, frantumati, delocalizzati, precarizzati, flessibilizzati, con gravi ricadute sulla qualità del lavoro, dei prodotti e della vita di chi ha un lavoro e, ancora peggio, per chi non ha un lavoro.
I diritti dei lavoratori sono stati distrutti fino alla cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, voluta da Renzi, dando la possibilità ai datori di lavoro di licenziare senza un giusto motivo (dunque anche se qualcuno fa sciopero o si ammala) o per motivi economici che però l’azienda non è tenuta a giustificare.
I salari italiani sono tra i più bassi in Europa! Spesso non viene nemmeno più dato un salario, ma elemosine, agli stagisti, e molti lavoratori sono pagati persino con buoni (voucher). Non è forse vero che gli studenti – sotto forma di “scuola e formazione lavoro” – sono obbligati a lavorare gratuitamente?
In Italia gli orari di lavoro sono i più alti d’Europa con ben 270 ore all’anno in più della Germania!
I morti sul lavoro sono passati dai 1.000 nel 2019 a oltre 1.400 nel 2021! Questo accade per un’organizzazione del lavoro finalizzata alla ricerca del massimo sfruttamento e senza investimenti adeguati per la formazione, l’informazione, l’addestramento dei lavoratori e per la mancanza di investimenti tecnologici sugli impianti al fine di prevenire incidenti.
Quindi, oggi, il disegno liberista si è affermato con gravi danni per i ceti subordinati ed esso si è consolidato anche durante il governo “dei migliori” di Draghi, con scelte a favore dei capitalisti e speculatori finanziari, e dei produttori di armi che hanno visto nella guerra in Ucraina l’occasione per incrementare i loro già lauti guadagni.
Anche con Draghi il 70% delle risorse del Recovery Fund sono state destinate alle imprese, spostando ulteriormente le risorse dai poveri ai ricchi, e continuando a distruggere lo stato sociale, il lavoro, i diritti.
Non solo: la realtà odierna evidenzia anche i danni culturali, di come sia stata distrutta anche gran parte di quella cultura che vedeva nella sinistra la “diversità” e il principale grimaldello per cambiare e fare evolvere i lavoratori assieme alla società, con molti operai iscritti anche alla CGIL che nel Nord votano per la destra leghista. E anche con molti gruppi dirigenti che, si autodefiniscono di sinistra e volevano cambiare il sistema, ma che invece sono stati cambiati dal sistema, spostandosi sempre più a destra, non tanto sui diritti civili, ma su quelli economici e sociali.
[…] Enrico Letta si presenta alle elezioni del 25 settembre “sposando” l’agenda Draghi che, fino ad ora, ha significato:
– una riforma fiscale nella Finanziaria 2021 che ha ridotto le tasse ai ricchi e niente ai poveri;
– il ripristino della legge Fornero, senza dare un euro ai pensionati;
– una riforma della Giustizia, che dà la possibilità ai pregiudicati ricchi di cavarsela con la prescrizione;
– la riforma della legge sugli appalti, dando la possibilità di subappaltare con il massimo risparmio e ridurre la sicurezza sul lavoro, finendo con l’incrementare i morti per la mancata o insufficiente messa in sicurezza;
– nessuna iniziativa invece per abolire la «legge Biagi» e per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori;
– stanziare la misera cifra di 4 miliardi, in 3 anni, per la Sanità pubblica;
– destinare il 70% delle risorse UE alle imprese, con una falsa transizione ecologica e molti danni per i lavoratori;
– togliere risorse alla Scuola e alla Sanità pubblica, per destinare agli armamenti 13 miliardi in più all’anno, come richiesto dagli USA.

Liberamente adattato dall'originale scritto da Umberto Franchi e pubblicato in Rete; click qui https://www.labottegadelbarbieri.org/il-voto-del-25-settembre-e-la-realta-sociale/.


tratto da un articolo scritto e pubblicato in Rete da di Umberto Franchi
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