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Cinzia Fontanelli

A Voltana, di rassegne artistiche ne sono state organizzate tante e da molto tempo. Il “Comitato Voltana in Mostra”, poi, dal 1995 ne promuove regolarmente, secondo un suo progetto, cercando di dare continuità ed omogeneità allo sviluppo di un’idea guida e nella speranza di assicurare a molti un’opportunità di crescita comune. Tra i visitatori, dunque, sono numerosi quelli che possono essere definiti … visitatori abituali. Eppure quanto visto dal 4 al 12 settembre 2004 ha lasciato il segno.
Questo lusinghiero risultato è stato conseguito da una eclettica artista bagnacavallese, Cinzia Fontanelli, che - con una esposizione, prevalentemente pittorica - ha riscosso apprezzamenti sia per la qualità dei suoi lavori, sia per come questi sono stati proposti. Un “come”, il suo, risultato di una straordinariamente efficace e meticolosa cura prestata per l’allestimento. Infatti l’impatto, per chi entrava nella sala, era forte così come era grande l’emozione. Sulle pareti le sue opere, dipinte su tela di iuta, molte - in apparenza - senza alcun supporto o cornice. Poi, ai piedi di ogni lavoro, un foglio chiosato in bella grafia. Quindi l’attenzione e la curiosità del visitatore cadeva su un leggio con un grande libro dalle pagine bianche. La suggestione scenografica si dissolveva non appena, nella mente dell’osservatore, riaffiorava il titolo di questa vernice: “La parola dipinta: storia di una contaminazione”. Idea semplice e straordinaria ad un tempo: provare a dare un corpo a quanto ne è privo. Infatti il dato dell’esperienza è: “Le parole volano, mentre gli scritti permangono”. Eppure sono possibili delle contaminazioni perchè le parole suscitano emozioni ed i colori suscitano parole.
Le parole sono il mezzo, risultante da una convenzione, necessario per uno scambio, per consentire una comunicazione. Il testo delle poesie è fuggito dalle pagine del libro che restano bianche. Ogni poesia giace sotto l’opera che ha suggerito. Alle pareti le tele di iuta, supporto prediletto da Cinzia Fontanelli, oggetto di lungo e meticoloso lavoro, si propongono allo sguardo del visitatore, quasi potessero essere orgogliose del loro esistere .
L’intuizione dell’artista acquista una consistenza, prende una forma ed un corpo. Idee profonde ed acute si trasformano in oggetti. La tela di iuta, trattata e dipinta sia sul recto che sul verso, contamina le due superfici: i due dipinti interagiscono e interferiscono. In altri lavori più strati di tela, ora solamente pigmentata, ora colorata come d’uso, ma lavorati anche nella trama dall’artista; rendono immediato il ruolo svolto dallo spazio e dal tempo sull’esistente. I lembi di tela, ora affiancati ora giustapposti, mostrano (o lasciano intravedere ed immaginare) i colori, i segni, le immagini o la traccia di parole: Tutto però non è come in origine; prima di quell’intervento che sfalsasse e ricomponesse una tela rispetto all’altra (spazio), o che sovrapponesse una tela all’altra (tempo). Ha scritto di lei il poeta Giuseppe Tenti: “Il passato ed il presente sono fattori di un connubio che altrimenti non potrebbe sussistere e dal quale non possiamo prescindere, pena la nostra stessa identità umana ed etica. Questo connubio, ovvero contaminazione, è la Storia. Cinzia Fontanelli si improvvisa archeologa: scava, recupera, spolvera, pulisce accuratamente e ridona luce a frammenti di una memoria vissuta da altri per poi ricomporne i cocci e proteggerli nella teca della sua originale capacità artistica, registrando, nel contempo, anche la propria.” Sono “parole leggibili e non leggibili, simboli semantici appartenenti a precise, ma a volte misteriose, intimità descrittive, sindoniche pennellate che esprimono tormento e speranza. Una trama nella trama! Ecco la novità. Ecco il presente tessuto nel passato, vita vissuta e vita ad vivendum.” Osservando i lavori di Cinzia Fontanelli il poeta Giuseppe Tenti nota che “i colori sono inquietanti, spalmati sulle tele , in apparenza senza un ordine tipicamente pittorico, quasi a sottolineare una genesi arcana. L’astrattismo è portato al limite mediante l’utilizzo di un colore “reale”, umano più che mai: il sangue. Sangue vero, per descrivere il circuito della sofferenza umana. Cinzia Fontanelli parte dalla propria per delineare l’ancestrale destino che segna il percorso del genere umano.”

Ha scritto di lei Mario Mazzotti: “I suoi quadri sono porzioni di natura, apparentemente semplici da osservare. La prima impressione è quella di un gradevole colore di base che si stende davanti allo sguardo …, ma non appena l’occhio si abitua a quella distesa, piccoli e grandi segmenti di colore … muovono da quel fondo spalmato, reclamando una vita diversa, una luce e una forma distinta da quella di altri frammenti del quadro.” È in questo “realizzare trame, impronte di figure e di paesaggi destinati a diventare friabili, evanescenti, consunti, rimasugli di cose in via di estinzione e in questo transito, tra l’esistenza e la cancellazione o l’abrasione della presenza, [che] sta la loro delicatissima invenzione d’artista.”

Oltre che pittrice Cinzia Fontanelli è, di professione, Graphic and Web Designer. Cura, pertanto, la progettazione, lo sviluppo e la gestione di “siti web”. Naturalmente ha uno proprio “sito” (http://www.cinziafontanelli.com) e in questo spazio virtuale la nostra ha modo di proseguire nella sua attività artistica, cogliendo, anzi, nel “web” ulteriori nuove opportunità. Il suo spazio, infatti, non è più solamente una …vetrina per farsi conoscere, ma diventa esso stesso un modo nuovo di fare arte, trasformando un “sito” in un nuovo contenitore capace di offrire contenuti nuovi. E coloro che hanno avuto modo di osservare dal vivo i suoi lavori certamente visiteranno il suo sito animati dal desiderio di continuare a seguire un’ottima artista e la sua produzione.


Mario Paganini
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