mariopaganini@gmail.com
  IL TACCUINO DI MARIO  
  HOME   LINK   LINK-IT   FOTO   PUBBLICAZIONI   PRESENTAZIONI   CHI SONO   RACCONTI
POESIE
  CITTADINO
CONSUMATORE
  ARTISTI
MOSTRE
  ARTICOLI
DOCUMENTI
 
STAMPA
Europa ed euroinomani.

Sullo sfondo della grande partita geopolitica fra Russia, Cina e stati Uniti, l'Unione Europea, vaso di plastica fra i vasi d'acciaio, vacilla pericolosamente. Il decisivo fattore di dissoluzione potrebbe essere lo scontro che sta maturando in relazione all'abolizione del "diritto di veto", cioè della possibilità, per ciascuno dei 27 paesi membri, di porre il veto su decisioni che riguardano tutta l'Unione. Tale norma fu concepita proprio per mitigare il potere di Bruxelles sui governi nazionali e per scongiurare il rischio che una cordata maggioritaria di paesi prevalesse sugli altri. L'Unione Europea come "Comunità politica" (per usare le parole dell'euroinomane Enrico Letta) è sempre stata il sogno proibito delle élite tecnocratiche: un unico governo centrale, una burocrazia onnipotente, l'esautorazione definitiva degli stati-nazione. L'euro doveva esserne l'imprescindibile premessa: è andata come è andata. Nonostante quindi il "sogno europeo" si trovi nella fase discendente della sua trista parabola, l'appena rieletto Macron ha lanciato la proposta di abolire il diritto di veto, in modo da prendere le decisioni" a maggioranza", con l'approvazione minima di 14 paesi su 27. Mentre i governi dei "grandi" dell'UE si sono immediatamente accodati a questa proposta, che gode anche di largo consenso all'interno dell'europarlamento, un freno è venuto dall'iniziativa di 10 "piccoli" paesi, fra i quali Svezia, Finlandia e Danimarca sul fronte settentrionale, Bulgaria e Repubblica Ceca su quello orientale, i cui governi hanno prodotto un documento in cui definiscono "sconsiderati e prematuri" i progetti di riforma. Ce n'è abbastanza per determinare una profonda e insanabile frattura: non tutti sono disposti ad immiserirsi per compiacere le lobby di Washington. Il "Piano B" degli eurogerarchi sarebbe "un'Europa a due velocità", in grado di riassorbire un Regno Unito debrexizzato e di accogliere pure l'Ucraina, gettando nuova benzina sul fuoco della guerra. L'Unione Europea è un mostro che non vuole saperne di morire; la sua agonia va avanti da decenni, ed ogni convulsione rappresenta una frustata ai danni dei popoli, ma viene tenuta in vita dalle iniezioni di propaganda e dai magheggi global-finanziari. Il dì della fine di questa entità sinistra rappresenterebbe la vera Liberazione.


https://t.me/cdcleparolesonopietre
GIAMPA Solution Questo sito NON utilizza cookie.