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  IL TACCUINO DI MARIO  
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Un cuore che batte anche lontano

“Ricomincio da tre” era il titolo di un celebre film. Oltre che divertente, quel “tre” mi è stato tante volte presente quando mi è capitato di esaminare il lavoro di altre persone. Fosse un’opera letteraria o d’arte in genere, così come un’iniziativa filantropica, ho notato che quel “tre” risultava un limite … fatale. Infatti, la vita di qualcuno può essere indubbiamente interessante; eccola, quindi, prontamente diventare una buona traccia per un romanzo. Ma la vita è una sola ed è difficile che possa ispirare molti scritti. Ancora: conosco molte persone che hanno fatto del volontariato nel terzo mondo, ma a resistere, per più di tre anni, ho trovato solamente dei missionari.
Voltana è una comunità giovane. In due secoli si racchiudono gli eventi più importanti. Eppure due secoli sono stati sufficienti alla comunità voltanese per portare a compimento numerose esperienze di solidarietà, non solamente lavorative, ma anche associative, sindacali e assistenziali. Le cooperative e il mutuo soccorso sono alla radice di tanta nostra economia.
Per “adozione a distanza” si intende un aiuto economico pluriennale ad un adolescente che viva e studii nel suo Paese. A volte durante tale adozione è prevista la possibilità di un breve periodo di vacanza o di cura dell’adottato. In questo caso, oltre a spalancare la propria casa per accogliere è da considerare l’onere conseguente il tenore o il costo di vita medio in Italia.
Ora, quelle che nel linguaggio quotidiano sono chiamate “adozioni a distanza” stanno diventando una moda. Io ho cercato voltanesi che hanno saputo precorrere i tempi, persone che hanno più di tre anni di esperienza … sul campo.

Attualmente il modello di sviluppo occidentale prevede che il risparmio si accumuli presso chi investe o fa intrapresa, mentre “le famiglie” dovrebbero consumare, ma nella realtà debbono fare attenzione a non eccedere perché il rischio di indebitarsi è sempre in agguato cosicché “le famiglie” europee non possono arrivare agli eccessi osservati presso “le famiglie” nord-americane.
Mi permetto due considerazioni: se talvolta può risultare gravoso farsi carico dei familiari, perché complicarsi la vita sobbarcandosi ulteriori impegni verso sconosciuti? Seconda considerazione: spesso l’adozione è un cammino, un percorso fatto con una creatura che cresce e che costa. Quando è piccola è facile il sentimentalismo e cedere alla tenerezza come fa chi per bisogno di affezione adotta un animaletto. Ma il tempo scorre veloce e presto l’adozione non serve più a garantire la scodella di riso ed il bicchiere di latte, ma subentrano rette scolastiche ed un decoro consono ad una frequenza scolastica. Allora l’adozione “pesa” sui nostri hobby, sulle “paghette” dei figli generati, sull’opulenza del quotidiano.
Nonostante la crisi, stringendo un poco i denti e facendo qualche sacrificio a Voltana il numero di adozioni non è sceso. È un impegno ed una testimonianza che debbono fare riflettere quanti ne hanno conoscenza specie i giovani che si lasciano segnare dalla cultura dell’immagine e del successo, che impone certi modelli.
Se l’uomo del nostro tempo “è sazio e disperato” è pure vero che bisogna smascherare i falsi maestri e trovarne dei nuovi. Occorre riscoprire voci profetiche. Come lo furono A. Moro ed E. Berlinguer al tempo di quella che fu chiamata la stagione della “austerity”; un abbozzo di modello alternativo impostato su una salda fede, fondata nella speranza e “…fervente nell’aiuto al prossimo che a ciascuno è dato - qui ed ora - di incontrare”.
Se l’attuale modello di civiltà non ci soddisfa per le sue ricorrenti crisi perché non pensiamo a un modello economico pulito e intelligente (uso queste ultime parole nel senso più ampio possibile)?
Ricominciamo da fatti concreti e riorganizziamo il nostro vivere quotidiano, anche nelle piccole cose, come si fa a Voltana dove tanti vivono le “adozioni a distanza” come un annuncio di speranza e come una “bella notizia”.


Mario Paganini
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