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Scuola statale e scuola non statale

Accanto ad una scuola sovvenzionata con risorse pubbliche esiste, in tutto l’Occidente, una scuola libera, che raccoglie risorse dai privati (incentivati, in queste oblazioni, da un regime legislativo favorevole). In questo contesto è corretto inserire alcuni accordi politici sottoscritti nella nostra regione e nel nostro comune; si tratta di convenzioni tra Amministrazioni pubbliche ed enti privati (non mossi da fini di lucro) aventi per oggetto l’assolvimento di compiti istituzionali loro propri, quali la gestione di scuole materne o l’organizzazione di corsi di formazione professionale.
Come Partito Popolare di Lugo cogliamo, allora, l’occasione per formulare alcune considerazioni. In primo luogo il contesto storico e sociale. In un momento di tagli, anche dolorosi, alla spesa pubblica, si prende atto del risparmio collettivo che questi enti, con la loro azione, consentono operando, seriamente e da lungo tempo, per il bene e per lo sviluppo delle comunità locali. E’, dunque, costituzionalmente corretto che venga dato (dalla collettività) un aiuto economico, concorrendo ai costi della gestione, a quanti consentono (alla collettività) un risparmio, contenendo le spese derivanti dalla creazione o dal mantenimento di strutture. Sono, inoltre, conosciute le differenze sia dei costi che dei benefici, quando la “cosa” é pubblica e quando la “cosa” é fruibile con criteri pubblici, ma governata, con diligente passione e premurosa attenzione, dal privato, un privato, si noti, animato da indirizzi diversi dal puro lucro e, quindi, totalmente estraneo ad una logica di sfruttamento esasperato. Sono molti gli enti religiosi che, animati da sincero spirito di servizio e mossi dal desiderio di emancipare le popolazioni, operano nel nostro territorio, sovente con una tradizione secolare.
Da un punto di vista esclusivamente finanziario é evidente il recupero di risorse per la collettività, risorse che possono (eventualmente) essere destinate ad altre finalità (esempio: sanità, servizi sociali, ecc.).
Cinquant’anni di compagini governative di “centro” non hanno consentito il raggiungimento di accordi significativi. Oggi, con i “rossi”, dopo una accorta trattativa, giungono sia il riconoscimento della funzione pubblica, assolta da alcuni enti privati, sia le convenzioni. Si deve prendere atto dell’accaduto e riconoscere il merito dei risultati conseguiti all’impegno profuso dal Partito Popolare, partito che ha, nel suo patrimonio culturale, una visione della vita, della persona e dello Stato fortemente ispirata all’evento cristiano. E’ un partito che darà un contributo affinché venga trovata la proposta giusta alle due nuove sfide che si profilano: la “riserva etnica” e le “discriminazioni”. Nel primo caso si intravede il rischio di ridurre il fatto cristiano alla ricerca di un ghetto dorato, secondo una logica gradita alle minoranza etniche o, con altre parole, di assistere alla rinuncia da parte dei cristiani ad essere “annuncio” per tutti. Il secondo caso è una possibile risposta del mercato del lavoro di maggior gradimento per i giovani provenienti da scuole con certe caratteristiche. Non cambieranno, invece, i criteri di selezione per il personale docente.


Mario Paganini - Partito Popolare Lugo
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