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  IL TACCUINO DI MARIO  
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Fantasie o realtà. Evoluzione od involuzione: dall' IO al NOI.

Uno strano e preoccupante mix, tra emotività e fantasia esuberante, porta (spesso) ad inventarci, a crearci degli avversari, dei nemici, delle “ostie sacrificali”.
Può dipendere anche dall’interpretazione ai segnali (ambigui?) che (inconsciamente, forse) trasmettiamo, inviamo. Atteggiamenti, parole che portano ad interpretazioni, reazioni o, più semplicemente, a conseguenze impensabili.
Ma molto dipende dagli altri, da una loro … predisposizione al confronto serrato, da una loro ricerca (spasmodica) di una controparte, quando non dalla loro voglia di “caciara” o di provocare una rissa.
Due cose:
La prima:
Dire che sul Covid-19 si sta anche esagerando, non è negare l’esistenza e la pericolosità del Covid-19.
Dire che di errori, commessi da chi ha la responsabilità di amministrare il “bene comune”, ne sono stati fatti decisamente tanti (forse troppi), non è cercare polemiche strumentali.
Dire che tanti “esperti” hanno “esternato” le proprie opinioni, ma queste opinioni erano orientate in una sola direzione è … evidenziare l’evidente.
Dire che tanti medici ci hanno inondato di affermazioni drastiche, ma sono, invece, pochissimi, i medici che hanno denunciato i protocolli (spesso sbagliati) adottati nella circostanza (come l'incenerire gli esiti infausti, anziché studiare ed analizzare “il perché” di quanto accaduto) è … denunciare una metodologia opposta al rigore scientifico.
Dire che i vaccini possono costituire anche un affare colossale è … una ovvietà.
Dire che per opporsi con efficacia al Covid-19 vanno percorse molteplici strade, ivi compresa la ricerca farmacologica, è … elementare.
La seconda:
Si dovrebbe saper scegliere, responsabilmente e sempre, secondo scienza e coscienza.
Il “libero arbitrio” esce malconcio da questa pandemia.
Penso sia evidente a tutti che, in Occidente, stiamo transitando (diffusamente ed a gran velocità)
da un “io”, che si distingue, fino a contrapporsi ad un “noi”
ad un “io” che, invece, soggiace, soccombe, si annichilisce, nei confronti di un “noi”.
Fino a ieri “io” era la … questione più importante, gli “altri” esistevano per aiutare una persona, ossia: un “io”, a realizzarsi pienamente.
Pertanto la Società era la grande opportunità che si offriva all’ “io”!
Oggi, con la pandemia, ha iniziato a prevalere il “noi”. Ora, ciò che veramente conta, è che “noi” si superi questo momento avverso, a costo di sacrificare gli “io”, e - se da taluno creduto opportuno - eventualmente sacrificando anche tanta parte caratterizzante ogni “io”.
Dunque, ai nostri giorni, la grande opportunità non è l' "io", bensì la Società medesima!
Incombe, pertanto, il rischio che l’ “io” non abbia spazio, non abbia diritti, non debba esistere al di fuori della società.
Corollario: i singoli, gli “io”, sono dei “coglionazzi”. Indubbiamente (e certamente) di “coglionazzi”, in tutte le società, ce ne sono, e (forse) sono anche numerosi.
Oggigiorno è dato osservare come si sia preferito, in molti Paesi, operare come tutto l’intero popolo fosse composto (esclusivamente) da dei “coglionazzi”.
Di conseguenza: esistono centinaia di milioni di “minus habens”.
Per inciso evidenzio come, se la Legge, a ragion veduta, sia ritenuta “immorale” ed “ingiusta”, questa debba, invece, essere disattesa. Esempio: se il popolo tedesco, massicciamente, non avesse ottemperato a quanto disposto dalle Leggi razziali, non avremmo avuto la Shoah.
Sono alle conclusioni:
Tanti “leoni della tastiera” si sono inventati orde di “negazionisti”; chiunque ha un pensiero diverso dal loro è un "negazionista". Tutto è estremamente semplice: o è bianco oppure è nero. Questi “leoni” lavorano alacremente di fantasia, contro i “negazionisti” (veri o immaginari), spronati da un (insano) furore, degno di migliori cause.
Poi, come sempre, il pendolo, terminata la sua corsa, torna indietro. Così il “fantasioso” finirà con il cedere al “reale”. Basterà non avere fretta!
Preoccupa, invece, il tentativo di una transizione (forzata) verso un modello di … “collettivismo amorfo”, di diritti della persona negati, a vantaggio di un “noi”, tanto generico quanto indefinito. A vantaggio del gruppo, del clan, della razza, del popolo. Di questa eventualità mi pare sia molto indicativo l’auspicato, da alcuni Presidenti di Regione, ricorso alla "forza", ricorso ai Trattamenti Sanitari Obbligatori.
Ebbene quest’ultimo rischio, vogliate credermi, non è “complottismo”.


di Mario Paganini
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