Una cercata assonanza con la celebre frase di Karl Marx mi serve per riflettere sul perché gli sfruttati non si ribellino e non insorgano immediatamente contro gli sfruttatori.
Esiste la verità. Purtroppo i mass-media e una certa cultura ci hanno indotto a credere il contrario.
Un esempio può aiutare a comprendere meglio l’affermazione:
Dicono i conoscenti e gli amici di Apuleio: “Sibilla è una svergognata. Apuleio ha sopportato all’inverosimile. Poi anche lui si è dovuto rassegnare ed ha dovuto scegliere: ognuno per la sua strada. Ma non è stato facile, soprattutto per una persona sensibile come lui. Povero Apuleio che ora cerca di dimenticare i dispiaceri affogando i ricordi in una bottiglia!”.
Dicono i conoscenti e gli amici di Sibilla: “Sibilla ha sopportato all’inverosimile. Poi anche lei si è dovuta rassegnare ed ha dovuto scegliere: ognuno per la sua strada. Ma non è stato facile, soprattutto per una persona sensibile come lei. Povera Sibilla che cerca di dimenticare e rifarsi un’esistenza, finalmente lontana da quel beota di Apuleio, sempre con la bottiglia a portata di mano!”.
Se le due frasi, provenienti dalle opposte partigianerie, sono vere, allora possono esistere due verità. Non essendo questa una eventualità possibile, avremo che esiste una ed una sola verità. Bisogna, però, faticare, per trovarla e non accontentarsi delle prime parole che ci vengono raccontate. Esiste, inoltre, una “causa” ed esiste un “effetto” da quella scatenato. Il resto è “manipolazione” della realtà, frutto della complicità di “conoscenti ed amici”, e “falsificazione” della verità.
Ripeto: una cultura “relativista” ha generato un pensiero farcito di infinite “verità”.
Ma, allora, se la “verità” è una sola, come pensiamo sia possibile una pluralità di verità?
Quando abbiamo tante verità, significa 1° che pregiudizialmente (quindi, contro l’evidenza) siamo disposti a crederle possibili e 2° che tutte queste verità tali non sono, poiché ognuna di esse è, in varia misura, parziale, quindi: non vera, ossia falsa (non perfetta, non completa, non dimostrata e verificata).
Tornando all’esempio: è vero che Apuleio e Sibilla non si amano. I due hanno perso ogni entusiasmo, hanno perso la voglia di capirsi e, infine, hanno esaurito sia la capacità di accettarsi per quello che si è, sia la capacità di perdonarsi. Poi è vero il risultato: ossia che Apuleio è un etilista. Per individuare, però, se il suo vizio è la causa oppure è l’effetto, occorre fare fatica, ossia usare buon senso e buona volontà, spendere tempo e risorse nella ricerca, ecc.
Sviluppando l’esempio: sarebbe opportuna una indagine, nei bar e nei supermercati frequentati da Apuleio, per verificare, nel tempo, le sue abitudini …alimentari.
Dunque: basta volerlo (ossia, fare ricerca) ed è possibile trovare la verità.
Sottolineo: la ricerca è sempre impegnativa e gravosa.
Nelle piccole comunità hanno sempre riscosso grande considerazione sia gli anziani, per la loro esperienza diretta (di testimoni), sia i pareri - in ordine alfabetico - del farmacista, del maestro, del maresciallo, del medico, del parroco, del professore, del segretario del partito e del veterinario.
A Voltana chi non sa, tace. Poi, investe tempo e risorse, per colmare le riscontrate lacune formative.
Invece, in altre realtà o situazioni, chi non sa, parla e fa delle scelte. Poi, sovente, si lamenta e si pente.
La regina incontrastata dei mass-media, ossia la televisione (rectius: quanto teletrasmesso), incoraggia - invece - comportamenti imprudenti: chi non sa o non conosce bene i termini di una questione, parla. Ben presto chi è educato al parlare senza sapere, conoscere, perfino capire, acquisito il comportamento, non avrà, poi, difficoltà a perseverare nel giudicare, nel scegliere, ecc, Con naturalezza e con leggerezza agirà, sempre e comunque, scoprendo solo dopo di avere talvolta agito e contro i propri interessi e contro quelli della comunità.
È un pessimo modo di procedere quello di decidere e di agire in presa diretta, senza mediazioni, poiché produce una collezione di errori e di dolori.
Durante il noto processo a Galileo fu data la parola a Scipio Chiaramonti, considerato un importante professore di filosofia e matematica all’Università di Pisa, che - forte delle sue conoscenze - così sentenziò: “Gli animali si muovono, perché sono dotati di arti e di muscoli; la Terra, che non possiede né arti né muscoli, non può muoversi”-
Oggi, tutti sono in grado di capire gli errori commessi dalle autorità del passato, ma pochi si accorgono che, anche ai nostri giorni, esistono gravi restrizioni alla libertà. L’Inquisizione dei nostri giorni non ha tribunali veri e propri, ma si avvale dei mezzi moderni, per privare gli individui della loro libertà di pensiero o per ridicolizzare chi osa uscire dall’ortodossia conformista.
La tecnologia e le conoscenze, derivanti dallo studio delle scienze sociali e della comunicazione, hanno reso possibile - e più facile che in passato - controllare il pensiero e, quindi, la libertà personale. Gli sfruttati non si accorgono della loro condizione. Nel mondo attuale sono applicati metodi per far sentire la gente libera, anche quando non lo è, ma - non essendo possibile sempre soggiogare tutti - quelli che fuoriescono dal controllo sono temuti come la peste. Per questo motivo, quando queste persone iniziano ad essere conosciute da un pubblico più vasto, vengono attivati meccanismi volti a screditarle e ad isolarle. Così, anziché valutare i contenuti espressi, l’attenzione viene immediatamente spostata sul personale, al fine di cogliere un qualche difetto che - enfatizzato ad arte - possa screditarle al punto che nessuno più presti attenzione ai contenuti espressi. Il fatto che, oggi, non vi siano più roghi non deve trarre in inganno. La vita di una persona può essere distrutta in vari modi: facendole perdere il lavoro, mettendola alla gogna perpetua, perseguitandola. Le persecuzioni possono acquisire molte forme: straordinariamente efficaci le etichette di: “stravagante”, “eccentrico”, “bizzarro”; è poi, assolutamente distruttivo, l’essere additato come: “delirante”, “folle”, “mostro”.
Se tutti accettassero la libertà di tutti, non ci sarebbe alcun motivo per screditare chi diverge dagli altri.
A Voltana c’è una radicata tradizione culturale popolare, che ha saldi riferimenti principalmente nel pensiero social-comunista e nella dottrina sociale cristiana. Non è sufficiente una “informazione” per scatenare una “mobilitazione”. All’informazione fa (quasi) sempre seguito l’aggregazione, per aree di appartenenza, al fine di una verifica e di una riflessione. C’è la mediazione culturale del “capo” politicamente riconosciuto; poi la testimonianza di chi ha vissuto esperienze simili, infine vengono valutate tutte le alternative possibili e le conseguenze probabili. La politica è sentita sia come coralità e condivisione, senza dimenticare mai la differenza tra uguaglianza nella dignità degli intervenuti e diversità nelle competenze e conoscenze.
Seguendo questo metodo, non può accadere che chi sceglie non conosca e chi decide non capisca.
È, invece, quello che accade altrove, dove le persone vengono cresciute nell’emotività e nell’immediatezza. Dai mass-media, ad arte, qualcuno stimola e stuzzica, poi, molto presto, ci saranno orde di esperti in tutto, dal gioco del pallone alla didattica scolastica, dalla ricerca contro il cancro alla critica cinematografica. Tutti a parlare ed a scegliere con l’illusione di essere preparati, competenti e determinanti, mentre, da qualche parte, abili burattinai se la ridono a vedere lo scomposto agitarsi di tante marionette.
La manipolazione delle facoltà intellettive, operata dai mass-media, è profonda. In questi anni non ci si è neppure accorti che, a fronte di una richiesta di maggior reddito, si è ottenuta la possibilità di …indebitarsi (vedersi riconosciuto un maggior credito). Il tenore di vita è elevato, ma siamo tutti più poveri. In molti chiedevano un diverso modo di tagliare le fette della torta della ricchezza prodotta. La risposta, invece, è stata di un maggior debito individuale e di un maggior debito collettivo (debito pubblico accresciuto).
Il compenso, percepito per il lavoro svolto, molto spesso supera di poco i costi sopportati per produrlo. Quando i margini diventano ridotti, il risparmio diventa impossibile. Se il tenore di vita è pari al reddito conseguito, qualsiasi imprevisto può diventare molto grave.
Chi è nel mondo degli affari ed ha anche il possesso dei mass-media, per massimizzare i profitti del gruppo, userà di certo i mass-media per distrarre, distogliere o indirizzare male il pensiero, l’attenzione, l’azione dei tanti, che finiranno per il diventare sempre più poveri, senza neanche avvedersi di quanto stia loro accadendo.
Pochi sono infastiditi dalle forme delle cosiddette “veline”, mentre si esibiscono in esercizi ginnici (che dovrebbero essere forse dei balletti) così come tanti apprezzano vedere un giocatore competere, nel palleggiare con il capo, con le foche ammaestrate del circo. È, invece, di certo sconcertante (od indisponente) rilevare la grande quantità di tempo dedicata (o per meglio dire: sprecata) all’intrattenimento “leggero” sottratto alla vita vissuta.
Anche l’Almanacco di Voltana è un mass-media, ma è … tutt’altra cosa!
Concludo con due citazioni, ascoltate da anziani di Voltana (probabilmente ignari che, altri, prima di loro, già le avessero coniate) molto acute. La prima - che va contro la moda del pensiero unico ed omologante, che reclama un atteggiamento (con enfasi retorica) diverso e, soprattutto, che presuppone un pluralismo delle idee - recita: “Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo”. La seconda citazione riguarda l’auspicabile comportamento (ingenuità?) che tutti coloro che detengono un qualsiasi potere (ossia: un manager oppure un intellettuale od ancora: un politico oppure uno scienziato) dovrebbero tenere. Ecco la citazione: “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”.
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