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La famiglia: molto di più

Recenti iniziative politiche hanno avuto come oggetto la “famiglia”. Purtroppo, come altre volte, anche in questa occasione sono stati affrontati solo taluni aspetti che potremmo definire o … patologici (quanto tempo è necessario per certificare lo sfascio di una famiglia) oppure di … costume (estendere ad alcuni generi di convivenza la possibilità di definirsi famiglia) mentre sono ignorate le questioni di fondo.
Nel nostro Paese, dunque, continua ad essere latitante una seria politica familiare. Su molte cose gli italiani sono esterofili. Abbiamo, poi, sudato le proverbiali sette camicie per avere i conti in ordine ed entrare nella Comunità Europea, ma di europeo, per quanto concerne la famiglia, non abbiamo nulla. Ricordo un bel servizio di “Famiglia cristiana” (del giugno scorso) su quanto si fa oltre confine e, in particolare, su quanto attuato in Francia; oltre le Alpi c’è un sistema di interventi pubblici che è stato anche lodato dal cardinale Camillo Ruini.
È grazie al sostegno dello Stato francese, ai sussidi, alle prestazioni, agli sgravi fiscali e alle agevolazioni di ogni genere che le famiglie di quel Paese hanno potuto mettere al mondo anche tre o quattro figli, senza doversi troppo preoccupare di trovare i mezzi per allevarli e senza dover operare una scelta difficile tra vita familiare e impegno professionale.
I francesi (intervistati da Paolo Romani, nel servizio sopra citato) dichiaravano che: “Non si contano più gli aiuti per le famiglie numerose, a livello statale, ma anche comunale”. A Parigi, ad esempio, il Comune concede a tutte le mamme, che vogliono continuare a lavorare, un sussidio mensile che varia tra i 200 e i 400 euro, per far custodire i bambini fino a tre anni da una persona di fiducia. Non mancano, poi, prestazioni elargite dai Comuni; queste possono comprendere sgravi sulle imposte locali, libri scolastici gratuiti, sconti sui trasporti, ecc. Ancora un esempio: lo Stato eroga un contributo di 800 euro una tantum a ciascuna donna in dolce attesa.
Ma è sull’ordinario quotidiano che il divario tra Italia e Francia rischia di diventare un abisso. Per ogni bambino da 0 a tre anni la famiglia francese riceve un aiuto mensile di base di 160 euro, che può crescere fino ad un massimo di 500 euro (sempre mensili) per i redditi più bassi. Inoltre, già dal primo figlio, il padre o la madre, che vorranno fare una “pausa professionale” non retribuita, avranno diritto ad un sussidio mensile di 340 euro per tutto il tempo in cui saranno assenti dal lavoro.
Si aggiungono, a questo nutrito elenco di prestazioni, gli assegni familiari, inversamente proporzionali al reddito, per ogni figlio fino a 11 anni, ed i sussidi per l’alloggio.
È eclatante il diverso modo di comportarsi del fisco ed il ruolo svolto da una accorta politica tributaria, strumento per politiche familiari. In Francia, per calcolare l’imposta sul reddito, viene sommato l’imponibile della famiglia, poi il totale così risultante viene diviso in parti: una per ciascuno dei coniugi, mezza parte per ciascuno dei primi due figli, una parte intera per il terzo, mezza parte per il quarto e pure per il quinto, e via discorrendo. In tale modo, ad esempio, il reddito imponibile di una coppia con tre figli (due parti, più due mezze parti, più una parte) viene diviso per 4 e su ciascuna è calcolata l’imposta dovuta. Se i figli fossero stati quattro avremmo diviso per 4,5. Gli sgravi sono validi per tutti i figli fino al compimento dei 25 anni, a condizione che continuino a studiare e ad abitare sotto il tetto familiare. Non solo, annualmente si possono dedurre dall’imposta dai 150 ai 200 euro per ogni figlio che studia, senza dimenticare il sussidio che lo Stato versa, a settembre, al momento del ritorno a scuola (160 euro). Infine, se la famiglia vuole continuare ad aiutare i
figli maggiorenni non più a carico, c’è la possibilità di dedurre dall’imponibile annuo fino a 3.000 euro.
Due considerazioni a conclusione: 1° chi dice di avere a cuore la cosa pubblica e la famiglia ha sempre meno alibi, se alle parole profuse non fa seguire la coerenza delle azioni; 2° sarebbe opportuno che le famiglie italiane (come entità singola, ma - meglio ancora - come associazioni locali e non) acquisissero un atteggiamento più consapevole e più grintoso a salvaguardia e promozione della loro insostituibile funzione.


Mario Paganini
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