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  IL TACCUINO DI MARIO  
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Italiani, popoli di santi, poeti e navigatori. Ma anche popolo di ...

Ieri (e non soltanto ieri) Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri, con Forza Italia... Oggi Cateno De Luca, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, con l’Unione Democratica di Centro... Possiamo dire che sia una continuità, una caratteristica tipicamente italiana... Oppure non è vero, e non è una peculiarità unicamente italiana ?
Occorre approfondire...
Per fare questo debbo ricorrere al pensiero e all’insegnamento di un esimio professore di economia. Onestamente: stavo bene ugualmente, senza sapere nulla di chi fosse Dani Rodrik ! Poi, di necessità, ho appreso che “Dani Rodrik è un brillante e controverso economista turco, discendente di una famiglia di ebrei sefarditi e oggi docente universitario negli Stati Uniti, prima a Princeton e poi ad Harvard. La sua è una delle principali voci critiche contro una globalizzazione accelerata e senza regole. Non a caso, nel suo La globalizzazione intelligente, Rodrik introduce il concetto di trilemma dell’economia mondiale: ossia il fatto che sia impossibile perseguire simultaneamente la democrazia, l’autodeterminazione nazionale e la globalizzazione economica. «Se vogliamo far progredire la globalizzazione dobbiamo rinunciare o allo Stato-nazione o alla democrazia politica - scrive Rodrik - . Se vogliamo difendere ed estendere la democrazia, dovremo scegliere fra lo Stato-nazione e l’integrazione economica internazionale. E se vogliamo conservare lo Stato-nazione e l’autodeterminazione dovremo scegliere fra potenziare la democrazia e potenziare la globalizzazione». La globalizzazione, infatti, secondo Rodrik è, per sua stessa natura, “disruptive”, e in quanto tale crea vincitori e vinti. Ogni tipo di società, ma in particolare quelle democratiche, possono tollerare questo processo di “distruzione creativa” solo se in grado di garantire benefici condivisi. Il paradosso, nota Rodrik, è che la globalizzazione funziona per tutti solo se tutti rispettano le stesse regole, applicate da qualche forma di governo globale tecnocratico. Ma la realtà è che la maggior parte dei Paesi non vuole rinunciare alla sovranità nazionale e alla possibilità di gestire la propria economia nel proprio interesse [...] ». Questo è quanto scriveva Enrico Marro, su Il Sole 24 Ore del 7 aprile 2016, su Rodrik.
E qui, chiuso l’approfondimento, metto i piedi sull’italico suolo per alcune considerazioni e conclusioni.
È sotto gli occhi, se non di tutti, di certo di molti, che in Occidente la “democrazia” è in stato di grande sofferenza, sia pure con livelli diversi.
Sembra che il sistema democratico Occidentale selezioni malamente chi deve guidare un popolo, uno Stato.
Notiamo, sovente, che i “leader” possono essere inquadrati in una delle seguenti tre categorie: ci sono quelli “ricattabili”; quelli “corruttibili”; e quelli che non necessitano di essere condizionati, ricattati o corrotti, perchè sono già funzionali, “contigui” ad un esistente stato di cose o “sistema”. Se, poi, “casualmente” al vertice giungesse un elemento “esterno” o “estraneo” al “sistema”, accade (talvolta) che la Magistratura faccia (perfino con zelo eccessivo) il proprio dovere, indagando accuratamente e a fondo, per scovare qualche “macchia”, a volte una pagliuzza, a volte una trave, dove fino a qualche tempo prima non aveva scovato nulla.
Conclusione: I cinque mila elettori che oggi hanno votato per Cateno De Luca, così come i milioni di elettori che ieri (e oggi) hanno votato Silvio berlusconi sapevano benissimo quello che stavano facendo ! A quegli elettori piace e fa comodo lo ... Stige in cui sono immersi ! Quindi: tanti italiani sono un popolo che plaude, si affida, ama i disonesti.
"Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere" così Aldo Moro. Sono passati 34 anni, ma le sue parole mi sembrano così attuali, quasi profetiche.
Se le persone di buon senso non usano buona volontà, non imparano a vigilare costantemente sulla cosa pubbblica, se non iniziano a reagire e ad organizzarsi per cambiare le regole e (soprattutto) le facce dei loro rappresentanti, sappiamo “dove” e “come” andremo a finire. Aldo Moro e Dani Rodrik ci lo hanno detto.
In Romagna siamo diversi. Per ora. Proviamo a contagiare gli altri, prima che gli altri contagino e travolgano noi !


di Mario Paganini
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