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Internet: vietarla ai minori? Censurarla? Oppure, che altro?

Che cos’è “l’Europa”? Non è facile rispondere, eppure se la crisi economica mondiale non ha avuto per noi Italiani effetti peggiori è … perché siamo in Europa. Possiamo allora dire che, anche se non sappiamo dare una risposta rigorosa, esiste una comune percezione e siamo tutti consapevoli che “l’Europa” esiste.
Similmente all’interrogativo: che cos’è “Internet”? Forse non troviamo le parole giuste, ma tutti sappiamo che “Internet” esiste.
In un sistema planetario governato da regole, convenzioni, trattati, standard di produzione, codici internazionalmente accettati, l’anarchia di Internet è oggettiva, inspiegabile e, perfino, … scomoda.
Internet, infatti, è cresciuta e si è diffusa, in pochi decenni, fondando esclusivamente su pochissime regole e minimi standard tecnologici.
Rifletto su queste tre parole: popoli, sistemi di governo ed Internet. Che esista un collegamento lo si avverte in situazioni di anomalia o di tensione sociale. È dato constatare che, spesso, chi governa non esercita il potere per accrescere il benessere dell’intero popolo. In passato contro chi si ribellava al potere costituito, gestito e tramandato era usata la forza bruta. In passato il popolo ha sempre saputo resistere e conservare una sua identità, cultura e sapienza. Erano conoscenze alternative a quanto gradito ai detentori del potere. Ora, invece, i “mass-media” e, in particolare, le trasmissioni televisive hanno dato origine a cambiamenti inimmaginabili. Oggi chi detiene il potere alla forza bruta ha affiancato uno strumento pervasivo che … agisce direttamente nella testa dei governati. Con i “mass-media” i pensieri e le idee diventano quelli proposti ed imposti dagli stessi “mass-media”, essendo difficile concepire qualche cosa di diverso.
Con Internet è possibile fare tantissime cose. Si può condividere e scambiare di tutto, dalle idee alle merci.
In questo 2010, ed in particolare in Oriente, Internet ha dimostrato di avere salde … radici popolari. Oltre alle merci, in Oriente, ma non solo, sono state scambiate moltissime idee ed esperienze.
Io ho la sensazione che si enfatizzi la necessità di maggiore correttezza nello scambio di beni e di servizi, ma, in realtà, si voglia tentare di controllare la condivisione di idee e di esperienze.
Se riteniamo Internet un contenitore gestito da persone responsabili tutto più continuare immutato, nelle forme e modi che hanno caratterizzato Internet in questi decenni.
Di sicuro esiste, però, anche chi vuole controllare Internet. È la nutrita schiera di coloro che (in buona fede) considerano Internet come uno spazio o un luogo, ma ci sono anche coloro che (in mala fede) non sopportano l’esistenza di una entità libera, autogestita ed al di fuori di ogni controllo.
Effettivamente nella storia dell’uomo e delle società non è mai esistito uno spazio o un luogo che non sia diventato uno Stato, ossia: abbia avuto le sue leggi e i suoi governanti.
È anche vero, però, che la crescita di Internet ha dimostrato come chi, per mezzo suo, ha trovato il modo di ricavare ingiusti profitti od illeciti guadagni.
Occorre, infine, evitare che l’argomento della cosiddetta “pirateria” informatica (o delle frodi perpetrate tramite i nuovi strumenti tecnologici) sia strumentalmente utilizzato per controllare oppure per … mettere il bavaglio e censurare Internet.
Forse è possibile trovare su Internet come si fa a truccare e potenziare il motore di un veicolo oppure come fare a trasformare un farmaco in un altro prodotto, ma – a ben vedere – è la medesima situazione di chi consente che il figlio, in casa quando è solo, giochi con il gas ed i fiammiferi, oppure con l’acqua e l’energia elettrica. Ritengo, anzi, queste ultime eventualità assai più probabili e più rischiose del premere dei tasti per ottenere risposte con indicazioni dannose o pericolose.
Più che una regolamentazione di Internet (a mio parere comunque molto difficoltosa da concretizzare) ritengo opportuno intervenire su più livelli.
Già oggi le informazioni importanti vengono trasmesse con modalità sicure. Ampliamo questa area portando in essa non solo le informazioni strategiche, ma anche altre categorie. Non solo i militari, le banche, le assicurazioni, gli enti governativi, ecc. debbono avere un loro modo di usare Internet, ma anche altri gruppi sociali possono (debbono) adottare cautele, usare conoscenze e competenze non intuitive, nel rapportarsi con il resto del mondo.
Convengo che, talvolta, Internet è lo strumento utilizzato per raggiri, per truffe, per guadagni illeciti, ma debbo fare anche altre due considerazioni: le vittime hanno svolto un ruolo attivo nel diventare … vittime; se i singoli continuano a rimanere tali, ossia: isolati, oppure se l’associazionismo non include, tra i suoi scopi e le sue finalità, anche la formazione e lo scambio di esperienze, la situazione è destinata a peggiorare.
Prima che le vittime divengano numerose (e potenzialmente fautrici di una frettolosa “censura” generalizzata di Internet) occorre innescare dei circuiti virtuosi.
Quando si “naviga in Internet” e non da semplici osservatori, perché - ad esempio - desiderosi di svolgere un qualche ruolo attivo (es.: compratore), occorre avere ben chiaro quello che si sta facendo. Sembra un paradosso, ma alcune … vittime si sono comportate come un turista, carico di oggetti di valore, in visita (e da solo) nelle zone malfamate di una città. Quando non si è pratici di un luogo, non esitiamo a chiedere ad una guida; similmente: prima di “navigare distrattamente per Internet” sarebbe opportuno chiedere a … una guida, ossia: frequentare qualche corso!
Le associazione dei consumatori, oltre che organizzare dei corsi, potrebbero anche tenere degli elenchi aggiornati. Un tempo esisteva il bollettino dei protesti, che era regolarmente consultato da chi voleva contenere i rischi prima di accettare una cambiale od un assegno. Tra coloro che chiedono una consulenza od un aiuto alle associazioni dei consumatori c’è chi ha avuto una esperienza deludente od un danno riscontrabile. Occorre una certificazione, data da una terza parte, sulla professionalità (serietà, competenza e onesta) di chi opera su Internet. Esistono degli acquirenti pasticcioni e dei grandi venditori internazionali, su tutti le parti deve essere possibile fare delle verifiche, così da raccogliere giudizi e poter redigere degli elenchi da … condividere.
La scarsa concorrenza del mercato italiano è anche conseguenza di tanti lacci e laccioli, di tante “concessionarie ed in esclusiva”, di prassi commerciali accordate e lasciate perpetuare.
Un acquirente normale, un acquirente guidato da buon senso e correttamente informato, difficilmente incorrere in un incauto acquisto. Un venditore professionale difende la sua reputazione e non l’occasionale guadagno derivante da fraintendimenti o veri inganni.
Penso che sia possibile continuare ad usare Internet senza la necessità di interventi “particolari”. Ricordiamoci, però, di usare, sempre: prudenza, buon senso e, comunque; poi “mettiamo in rete le esperienze” rendendo gli altri partecipi delle nostre conoscenze.
Penso che, attraverso la descritta azione a più livelli, trovino una soluzione sia il problema dell’illegalità e sia scongiurato anche il rischio di soluzioni nazionali (o di regime) di controllo. Ed Internet continuerà ad essere se stessa, cioè soprattutto libera.


Mario Paganini
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