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  IL TACCUINO DI MARIO  
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Diritto al suicidio, accanimento terapeutico, eutanasia.

Non ho conoscenze o competenze giuridiche. Penso di avere una decente conoscenza della lingua italiana. Sono tre parole che descrivono (e sono utilizzabili in) una determinata situazione (o circostanza, che dir si voglia), ma NON sono assolutamente intercambiabili. Oppure lo sono, ma - temo - chi lo fa, non sia in buona fede.
Ritengo che, in uno Stato democratico, non possa essere riconosciuto il “DIRITTO AL SUICIDIO”. Ancorché libero, garantito e assistito. Non è tra le sue finalità. Uno Stato democratico deve garantire la vita e il diritto a raggiungere la felicità di ciascuno dei suoi cittadini. Un solo limite e una sola regola deve valere per tutti: che la libertà degli uni non leda la libertà degli altri.
Poi la Legge, espressione di una volontà maggioritaria, impone delle regole, che tutti debbono rispettare. Le Leggi, talvolta risentono dei tempi; altre volte modificano i costumi e gli stili di vita.
La Svizzera è uno Stato (Confederazione) democratico. Ma non è lo Stato Svizzero che eroga un servizio o riconosce un diritto. Lo Stato Svizzero fa come Ponzio Pilato: se ne lava le mani e sta alla finestra. Sta alla finestra ed osserva un fatto economico, dettando alcune regole (a mio avviso, con una buona dose di cinismo e di ipocrisia). La morte è un business. E, come in tutti i business, c’è un trasferimento di ricchezza, da alcuni verso altri. Un’azienda, ossia una struttura organizzata, fornisce la prestazione (regolamentata) di un servizio particolare, per il quale esiste o si sta creando un mercato, dietro un (lauto) compenso.
Penso a quanta disperazione e dolore ci siano dietro alla sofferenza di DJ Fabo. A quel suo gesto, a quel dover lui dare un morso per azionare un apparato che gli avrebbe procurato la morte. E penso ai suoi familiari che presenziavano all’evento. A loro tutti la mia forte solidarietà e a tutti loro la mia umana incondizionata comprensione.
In uno Stato totalitario, invece, è possibile tutto. E per Stato totalitario non mi riferisco soltanto allo Stato Nazista. Troppo facile e troppo comodo accusare unicamente i Nazisti delle atrocità commesse in nome della razza. Uno Stato può essere formalmente democratico - perchè hanno luogo delle formalità o ritualità che caratterizzano i sistemi democratici, ad esempio: i momenti caratterizzati da “libere elezioni” - ed essere totalitario (autoritario) ideologicamente. Non dobbiamo mai sottovalutare la forza dei “mass-media” e la loro capacità di creare un pensiero unico o dominante. Se gli oppressi non si ribellano è anche perchè non hanno coscienza della loro situazione, è anche perchè nella testa hanno le idee e condividono i pensieri delle classi dominanti.
Se legittimiamo il suicidio, oggi, per casi disperati, siamo certi che, domani, non possa essere indotto, invocato, auspicato il suicidio anche in molte altre circostanze? Ci rendiamo conto del peso (costo) che già oggi ha – e che in futuro potrà unicamente diventare sempre maggiore – l’assistenza, nei suoi multiformi aspetti, nel bilancio di uno Stato?
ACCANIMENTO TERAPEUTICO. Quando, con le attuali conoscenze della medicina, non vi è alcuna speranza, decorso una certo periodo di tempo, in presenza di un costante e progressivo peggioramento del quadro complessivo, credo debba essere presa in considerazione la volontà manifestata dal malato o dai suoi congiunti, in un quadro normativo certo e ben determinato. E qui scontiamo, come italiani, una cronica incapacità nella formulazione di Leggi, che siano chiare, di univoca lettura ed interpretazione.
EUTANASIA. Ripeto: l’eutanasia non è il diritto al suicidio o la regolamentazione di un omicidio. Ritengo che l’eutanasia – in Italia - sia praticata già ora, facendo ricorso a tanto buon senso, sia nel pubblico sia nel privato. Lontano dai “talk show”, dalle tante parole e dal poco pensare, senza la passione del tifoso facilone, ma chinandosi afflitti verso una persona amata. Insomma una soluzione all’italiana c’è già.
Su una questione molto delicata, che può modificare ed indurre cambiamenti rilevanti e irreversibili, nella vita dei singoli e/o della collettività, "prendere tempo" non è assolutamente "perdere tempo"!
A chi, su diversi versanti, si fa paladino di opposte posizioni, propongo sia una esperienza che un esempio.
Magari è una esperienza già provata, ma forse è stata dimenticata. Provate ad assumere, definitivamente ed ininterrottamente, una posizione comoda, anche piacevole e rilassata. Aggiungiamo anche l’impobabile: essere in un luogo suggestivo. Sono certo che, nel volgere di pochi giorni, il rimanere relegati/bloccati su un’amaca, tra due palme, alle isole Maldive, ci renderebbe insofferenti.
Stephen Hawking è, attualmente e universalmente, riconosciuto come il più grande cosmologo vivente. Guardate nel link http://www.hawking.org.uk/ e domandatevi perchè un tetraplegico muto non abbia ancora invocato per sé il diritto al suicidio?
Le nostre scelte sono influenzate da quanto ci circonda, da quanto siamo in grado di dare e da quanto possiamo attenderci.


di Mario Paganini
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