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Riforma della Costituzione alla Renzi ? NO, grazie !

“Non si può risolvere un problema usando la stessa mentalità che lo ha creato.”
Albert Einstein

Per il Financial Times: "Le riforme costituzionali di Renzi sono un ponte sul nulla. Ciò di cui ha bisogno l'Italia non sono Leggi approvate in fretta, ma poche e buone Leggi."

“La sovranità non ‘emana’ dal popolo ma, dice la Costituzione, al popolo ‘appartiene’ (Art. 1), continua ad appartenergli e non si trasferisce con l’elezione. Il contenuto della democrazia ‘non è che il popolo costituisca la fonte storica o ideale del potere, ma che abbia il potere’, che non abbia la nuda sovranità, ma l’esercizio della sovranità che non si limita al momento delle elezioni (così il costituzionalista Esposito). E dunque la volontà del popolo non può essere irrevocabilmente inchiodata a tale momento e congelata fino a nuove elezioni come pretenderebbe chi vuol conservare inattaccabile il Governo inizialmente costituito. Le situazioni, i fatti sociali, le contingenze politiche mutano e con essi l’orientamento dei cittadini: nei sistemi parlamentari il Governo non è inamovibile, ma sostituibile mediante la sfiducia. Eliminarla, renderla impossibile o eccessivamente difficoltosa non è consentito.” (così la costituzionalista Lorenza Carlassare).

“Un punto che è importante definire è il cambiamento nello statuto politico dei cittadini e del popolo, che era un tempo il depositario della sovranità. Nello Stato di sicurezza si assiste a una tendenza inarrestabile verso una depoliticizzazione progressiva dei cittadini, la cui partecipazione alla vita politica si riduce a sondaggi elettorali. Questa tendenza è tanto più inquietante, in quanto era stata teorizzata dai giuristi nazisti, che definivano il popolo come un elemento essenzialmente impolitico cui lo Stato doveva garantire protezione e crescita”. Giorgio Agamben

La distorsione della rappresentanza prodotta dalla legge elettorale “Italicum” è il binario che corre parallelo alla revisione costituzionale. È lo scheletro di quella che la cosituzionalista Lorenza Carlassare definisce la “verticalizzazione progressiva del potere”. E cioè quella “tendenza verso la democrazia autoritaria che da noi, in Italia, piace da molto tempo. L’idea che, in fondo, la nostra non debba a tutti i costi essere una democrazia compiutamente vissuta e partecipata, ed è da qui che si comprende la necessità degli autori della verticalizzazione di cambiare, come primo atto, la legge elettorale. Il vero obiettivo è ridurre i bisogni sociali che giungono a livello istituzionale, ritenuti troppo numerosi e ai quali non è possibile far fronte senza sacrificare interessi già protetti. È per questo motivo – prosegue la cosituzionalista Lorenza Carlassare – che si giunge a recidere i canali di trasmissione delle domande, la pluralità dei partiti, scegliendo di perdere per strada molte voci, escludendo strati sociali inascoltati, riducendo i margini di dissenso e lasciando al mercato la dettatura del ritmo a queste “forme” di democrazia”


APPUNTI di Mario Paganini. da: LE RAGIONI DEL NO ediz. Altra Economia Soc. Coop.
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