mariopaganini@gmail.com
  IL TACCUINO DI MARIO  
  HOME   LINK   LINK-IT   FOTO   PUBBLICAZIONI   PRESENTAZIONI   CHI SONO   RACCONTI
POESIE
  CITTADINO
CONSUMATORE
  ARTISTI
MOSTRE
  ARTICOLI
DOCUMENTI
 
STAMPA
Il SETTIMO nel duemila

Il comunismo “ossessionava” l’Europa nel 1848, stando alle parole iniziali del famoso Manifesto di Karl Marx e Friedrich Engels. Sorprendente ricorso storico, oggi è il liberalismo ad ossessionare l’Europa, non meno dell’America, particolarmente quella del Sud, e la stessa Asia.
Non è, tuttavia, possibile pensare che questo nostro modello di sviluppo abbia un futuro. Due terzi dell’umanità sono schiacciati dai debiti e dalla fame, lo spazio biologico del nostro pianeta sta diventando sempre più stretto. Eppure pretendiamo di continuare a consumare e a produrre a ritmi ecologicamente insostenibili. La cultura dominante, tra incoscienza e rassegnazione, non elabora nulla ed è forte il rischio di precipitare verso una catastrofe.
Se l’economia di riferimento ed esempio è quella degli States, qualche dato risulterà di aiuto:
Nel 1990 il reddito medio di un amministratore delegato era pari a 1.950.000 dollari; il profitto annuale di una multinazionale era di 176 miliardi di dollari; lo stipendio annuale di un lavoratore ammontava a 22.976 dollari e 316.047 lavoratori, in quell’anno, avevano dovuto cercarsi una nuova occupazione.
Nel 1995 il reddito medio di un amministratore delegato era pari a 3.750.000 dollari; il profitto annuale di una multinazionale era di 308 miliardi di dollari; lo stipendio annuale di un lavoratore ammontava a 26.652 dollari e 439.882 lavoratori, in quell’anno, avevano dovuto cercarsi una nuova occupazione.
I numeri non hanno emozioni, quindi consentono una riflessione: nell’arco di 5 anni, nell’economia leader, i redditi degli amministratori sono quasi raddoppiati ( + 92 %); similmente il profitto per le multinazionali ha avuto un incremento del 75 % ; le retribuzioni dei lavoratori sono, invece, cresciute (solamente) del 16 % ; il numero, poi, dei licenziati ha subito una vera impennata: + 39 %.
In altre parole: cresce la ricchezza, ma per pochi; inoltre: il “…progresso” produce nuovi posti di lavoro, ma in numero di gran lunga inferiore rispetto ai posti di lavoro che distrugge.
Negli anni successivi la tendenza non è cambiata…
Penso che lo sviluppo economico debba rimanere sotto il controllo dell’uomo e non sottostare all’arbitrio di pochi uomini o gruppi con in mano un eccessivo potere economico. E’ opportuno che il maggior numero possibile di uomini, a tutti i livelli, e (quando si tratta dei rapporti internazionali) tutte le nazioni possano partecipare alle scelte sull’orientamento dello sviluppo.
I cattolici sanno che “…si può sbagliare in pensieri, opere ed omissioni”.
Omettere di denunciare i limiti di un liberalismo privo di regole è un peccato per i credenti ed una grave colpa dei non credenti.
Oggi molti uomini, forse la grande maggioranza, non dispongono di strumenti che consentano di entrare in modo effettivo e umanamente degno all’interno del sistema d’impresa, nel quale il lavoro occupa davvero una posizione centrale. Essi non hanno la possibilità di acquisire le conoscenze di base che permettono di esprimere la loro creatività e sviluppare le loro potenzialità, né di entrare nella rete di conoscenze e inter comunicazioni che consentirebbe di vedere apprezzate e utilizzate le loro qualità. Essi, insomma, se non proprio sfruttati, sono ampiamente emarginati, e lo sviluppo economico si svolge, per così dire, sopra la loro testa, quando non restringe addirittura gli spazi, già angusti, delle loro antiche economie di sussistenza.
E’ importante acquisire la logica dello scambio degli equivalenti e con essa tutto ciò che ne consegue quanto alle altre forme di giustizia. Esiste, infatti, qualche cosa che è dovuto all’uomo perché è uomo, in forza della sua eminente dignità.
Nel Terzo Millennio occorre un supplemento di solidarietà. Ma essa non va confusa con un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario questo di più di solidarietà sta nella determinazione, ferma e perseverante, di impegnarsi per il bene comune, ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti.


Mario Paganini
GIAMPA Solution Questo sito NON utilizza cookie.