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Internet e un caso di democrazia diretta

Tra gli appassionati di informatica l’argomento dei diritti d’autore (copyright) è molto discusso.
Provate a pronunciare il nome di Richard Stallmann o di Linus Torvalds e vi capiterà di vedrete molti volti diventare raggianti.
Ma nessun programma è il risultato della fatica e della mente di un singolo uomo.
I computer sono congegni “stupidi”. È il software (programma) che rende queste macchine dei preziosi sussidi.
Riflettiamo. Non è possibile scrivere un libro, quando qualcuno vantasse dei diritti sull’alfabeto utilizzato o sulle parole usate. Non solo, ma - dopo pochi anni - nessuno saprebbe neppure più leggere!
Similmente diventa difficile usare uno strumento quando il linguaggio utilizzato dalla macchina, ossia le istruzioni o il modo di dare i comandi per l’esecuzione delle funzioni richieste, fossero coperti da diritti o, peggio, fossero sconosciuti (cioè: segreti e ben protetti).
Ecco perché, sull’argomento dei diritti d’autore in generale, ma soprattutto in campo informatico, esistono moltissimi gruppi di discussione; in Italia così come all’estero.
Da tempo all’estero l’oggetto, la voglia di ampliare la fascia dei diritti si è estesa. E i gruppi hanno cercato di fare alleanze per avere un peso politico maggiore.
Le Leggi sono fatte dai Parlamenti nazionali.
Il diritto d’autore, invece, è soggetto a Leggi e regole, sia nazionali che internazionali.
All’interno del mio gruppo il dibattito si accende.
Internet è l’agorà perfetta. È la piazza che può accogliere tutto il popolo. È il luogo virtuale per un’assemblea plenaria e permanente.
Ogni giorno, nella mia casella e-mail, ci sono alcune decine di contributi. Qualcuno propone di passare dalla teoria alla pratica; dall’astrazione alla concretezza; dalla contestazione alla proposta.
Occorre, quindi, strumentalmente, organizzarsi per avere numeri importanti. La democrazia è il governo della maggioranza. Così nella casella delle e-mail i contributi al dibattito crescono a dismisura. Sembra “spam” (pubblicità). E la sfera dei “diritti” e delle “libertà” invocate e rivendicate si allarga. Come all’estero, ora si parla di “libertà” in senso lato. Dal diritto ad un certo tipo di sessualità al diritto al consumo di droghe leggere. Nella casella le e-mail raggiungono la soglia dei cento messaggi quotidiani …
La discussione si avvita su se stessa. Non esistono i Partiti. Non esiste la delega. Tutti possono dire la loro e in pochi si privano di questo diritto... È un crescendo allucinante.
Non resta che una soluzione: “chiudere” (uscire dal gruppo).
La democrazia diretta è una utopia!?


Mario Paganini
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