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Gli “ego” centrici

Mettere l’uomo al centro di tutte le cose è l’obiettivo del pensiero e della cultura liberal-radicale. Non erano mancati i maestri, che avevano previsto e denunciato le conseguenze e gli eccessi. Ora a tanti cominciano ad essere evidenti i risultati e le conseguenze.
Malthus aveva osservato come, in natura, il numero dei nati fosse superiore al numero di coloro che il sistema natura poteva sostenere, da questo ne aveva tratto una sua “legge”.
Quella “legge”, la legge del più forte, la legge di colui che meglio si era saputo adattare all’ambiente, sta diventando regola anche per la specie umana.
Con abilità sono stati utilizzati alcuni argomenti, per scardinare le acquisizioni di una civiltà millenaria.
Il “relativismo” e l’eccessiva sensibilità per le “minoranze” sono stati il grimaldello per rovesciare certezze e quieto vivere. Continuando su questa strada, essere “normali” sarà presto una parola priva di senso ed essere “maggioranza” non sarà, di per se’, sufficiente.
Già ora, per offrire una opportunità a chi ha una mancanza, un handicap iniziale, si finisce, sovente, con il concedere un privilegio. Chi rivendica l’esistenza di una “normalità” è guardato con sospetto. Un vecchio detto recita: “Chi ha più filo, deve tessere più tela”, ma non è sempre così.
Non è bene che tutto ciò che è possibile fare sia lecito o sia un diritto farlo.
L’abitualmente osservato non deve rinunciare a ciò che gli spetta per cedere il passo all’eccezione.
Aspetti deprecabili dell’esistenza, per i quali l’avvertire vergogna, o il sentire l’impudicizia del peccato, non debbono diventare punti di vista soggettivi (e quindi relativi) con pari peso e dignità di altri od opposti punti di vista.
Stupisce che tante persone, che pure si dicono laicamente attente al bene comune, abbiano difficoltà a collaborare per una azione di sostegno e di promozione dell’uomo e della sua più autentica dignità.
La cultura liberal-radicale attualmente serve solo a giustificare, nobilitandolo, un sistema economico che pone al centro di tutto il profitto, perseguibile attraverso il consumo ed il soddisfacimento di qualsiasi bisogno. Al centro deve esserci l’uomo nella sua integrità.
La cultura liberal-radicale si propone di porre sullo stesso piano un uomo che è lupo all’uomo e chi ritiene l’uomo fatto ad immagine e somiglianza di una realtà esterna ben più grande.
Benedetto Croce ricordava che “non possiamo non dirci cristiani”. Sia i cristiani, sia i laici che riconoscono validi gli insegnamenti di Cristo, ma non comprendono l’importanza di un riferimento ecclesiale, possono percorrere ampi tratti di strada comune.
Ci si deve tornare a scandalizzare (quello che è “no”, deve essere “no”) riuscendo, poi, a trovare soluzioni alternative immediate.
Non ci si può rassegnare alla ineluttabilità della vittoria del più forte. L’aborto è uno scandalo, non solo una ingiustizia. Similmente poco importa che la legislazione di qualche Paese sia accondiscendente verso l’adulto che, forte dei suoi denari, approfitta di un’adolescente mentre è uno scandalo.
A chi sta a cuore la felicità dell’uomo e la realizzazione della dignità nella sua pienezza e completezza di significato non resta che rimboccarsi le maniche perché molto è quello che è da fare.


Mario Paganini
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