In Italia il sistema giustizia tutela di più chi viola la legge che chi la rispetta. Chi lede un diritto altrui ha garanzie maggiori rispetto a chi subisce una lesione del proprio diritto. Sia nel civile che nel penale c’è più tutela per gli imputati che per le vittime.
In Gran Bretagna, in un anno, ci sono circa 300.000 processi penali e, in Gran Bretagna, ci sono 100 mila detenuti. In Italia, ogni anno, si fanno 3 milioni di processi penali e, in Italia, ci sono 67 mila detenuti.
Per il civile, ogni anno, in Italia vengono iniziate più cause di quante ne vengano iniziate in Francia, Spagna e Gran Bretagna messe assieme.
Nella città di Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia.
In Italia ci sono 230 mila avvocati. In Giappone con il doppio della popolazione ci sono 20 mila avvocati.
Poi c’è un problema di efficacia delle sentenze.
Si impiegano anni per avere un giudizio definitivo, ma - alla fine - non succede nulla. Nel civile non si riesce ad escutere il colpevole per ottenere il pagamento del danno. Nel penale il condannato, spesso, non sconta la pena perchè prescritta o amnistiata.
Oggi, il tasso di interesse, in bonis (ossia: convenuto tra le parti in caso di ritardato pagamento), spesso, è pari al tasso di stipula maggiorato di un 3 per cento. Se un debitore non pagha e si appella al giudice, iniziano a decorre il tasso legale o il tasso BCE che sono sensibilmente inferiore a quelli praticati dal mercato o dal contratto sottoscritto. Se non paghi con le buone, ti conviene! Occorrerebbe, allora, fissare un tasso di interesse, per le cause giudiziarie, almeno diverso e maggiore dell’attuale. Chi sa di avere torto non inizierebbe una causa sapendo che, alla fine, dovrebbe pagare una cifra molto elevata, per capitale e per interessi.
Tutti i Paesi civili hanno tre gradi di giudizio. Quindi: occorre lasciare i tre gradi di giudizio, ma ridurre le impugnazioni strumentali.
Oggi, in Italia, tutti si appellano. Tutti fanno ricorso in Cassazione.
La Corte Suprema degli Stati Uniti, con 300 milioni d abitanti, fa 120 sentenze in un anno.
La Corte Suprema di Cassazione italiana, con 60 milioni di abitanti, fa 100 mila sentenze in un anno.
Statisticamente il maggior numero degli imputati è colpevole. Se così non fosse significherebbe che, statisticamente, le indagini sono svolte da forze dell’ordine e da magistrati deficienti.
La maggior parte dei condannati in primo grado ha, dunque, tutto da guadagnarci dall’impugnare una sentenze, così facendo può protrarre l’esecuzione della pena.
In tutto l’Occidente solo in Italia (ed in Grecia) è possibile maturare la prescrizione in corso di giudizio.
Infatti se i tempi processuali si allungano, aumentano le possibilità di elusione della pena attraverso la prescrizione. Immaginate cosa accadrà con la prescrizione breve!
Se la presunzione di innocenza è un cardine di civiltà, la prudenza è una virtù. Infatti chi affiderebbe la propria figlia ad un individuo sotto processo per pedofilia e in attesa di una sentenza? L’assunto della presunzione di innocenza non trova una giustificazione plausibile quando diventa un comportamento imprudente.
Liberiamoci dunque dalle false suggestioni ed affidiamoci al buon senso!
Se le cure applicate in passato non sono servite a nulla, occorre intervenire in altro modo e con un ampio ventaglio di opzioni.
La patologia italiana è principalmente conseguente un eccesso di domanda di giustizia.
C’è bisogno di giustizia perché in Italia ci sono troppi “ladri” e troppi “furbetti”.
Accanto a chi viola la legge c’è chi tenta di eluderla o cerca di forzarne l’interpretazione. Spesso si inizia facendo i “furbi” per finire con il commettere dei crimini. Si inizia con azioni sfrontate e temerarie e si finisce con il commettere dei reati.
Se l’Italia è la patria del dottor Azzecca-Garbugli e del motto “fatta la legge, trovato l’inganno” una qualche ragione storica deve esserci!
E quando un ladro od un furbo viene finalmente raggiunto e condannato, c’è troppa comprensione.
Occorre un cambiamento delle coscienze. E occorre anche una legislazione più accorta.
I giudici applicano le leggi votate dal Parlamento.
È inutile inveire contro i giudici.
Inoltre diventa molto rischioso affidare la revisione degli ordinamenti e delle leggi a persone che, ad essere benevoli, hanno interessi in conflitto.
Per intervenire sugli ordinamenti giudiziari e sulle leggi occorre essere al di sopra delle parti (non perché autoproclamatisi tali, ma perché oggettivamente estranei e anche emotivamente non coinvolti) oltre che competenti in materia.
Nessuno affiderebbe il compito di riorganizzare la giustizia agli avvocati di Salvatore Riina. Questi ultimi, ancorché degnissime persone e professionalmente competenti, subirebbero, di certo, pressioni finalizzate ad … indirizzarne l’operato.
Allora, se chi non ha diritto e non ha competenza alcuna “scende in campo” per salvare i propri interessi, per sfuggire alle proprie responsabilità, per non rispondere dei reati commessi e per sottrarsi a condanne certe, a maggior ragione dovranno scendere in campo tutti coloro che hanno un interesse lecito o legittimo.
I cittadini tutti quanti, avendo a cuore le sorti del proprio Paese, sono chiamati a difenderne le Istituzioni, la Legge e l’autonomia del potere giudiziario.
Sono chiamati a ripristinare la legalità.
Sono chiamati a far tornale l’Italia un Paese normale, inserito in un contesto internazionale di Paesi normali.
|