Articolo Nr.53
del 24/10/2000
“Interiors” mosaico come arredo di Mauro & Andrea Hafsi

Lo stile e la sensibilità degli artisti poteva trasparire già dalla dedica posta all’ingresso: “Ricordando l’impegno e le energie generosamente profuse, per una crescita culturale ed artistica della comunità Voltanese, rendiamo un doveroso omaggio al nostro amico Bruno Cattani” .
In questo modo si apriva la mostra di Mauro ed Andrea Hafsi.
Bruno Cattani: un impiegato che ha saputo coniugare gli impegni quotidiani del lavoro e della famiglia, riuscendo a ritagliarsi uno spazio “per promuovere iniziative socio-culturali di vario genere” o, come Lui stesso scriveva in “Alla scoperta dei valori” (Almanacco 1991, pag.27), per supplire alle “limitazioni della vita culturale, prerogativa dei piccoli centri”. Di tutta evidenza è, infatti, che “solo le città programmano attività socio-culturali con personale responsabile addetto e stanziamenti specifici. I piccoli paesi come Voltana devono contare sull’attivismo”, ma “con il tempo e con l’esperienza, si può pervenire a risultati ottimali”.
Parole profetiche. Ora anche Voltana può vantare una consolidata, numerosa e varia serie di iniziative culturali ed artistiche, una sede espositiva decorosa nei locali di Ca’ Vecchia, dotata, proprio in occasione dell’esposizione dei due giovani artisti voltanesi, di un adeguato impianto di illuminazione. Gli Hafsi sono figli d’arte (infatti la madre, prof.ssa Adriana Morelli, è docente all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna) e, dopo essersi distinti, in personali e collettive, a Ravenna, a Modena, a Faenza ed a Cotignola, finalmente hanno potuto esporre nel paese nativo. L’attesa è stata preparazione e maturazione che hanno dato una produzione copiosa, per la varietà dei pezzi esposti, e straordinaria per la bellezza delle opere.
I due “nostri” hanno dimostrato, con eccellenza, come il mosaico, l’antico opus sectile, opus tessellatum, opus vermiculatum, aggiornandosi possa mutare la forma, senza dismettere la sostanza, anzi, inventandosi un ruolo nuovo: come arredo per interni.
Nei loro lavori, infatti, l’oggetto quotidiano viene interpretato in maniera entusiasmante, concepito in modo inesplorato, possiamo, perfino, arrischiarci a dire: ricreato.
La luce trova una nuovissima forma nell’impiego di questa tecnica millenaria. I riflessi dei vetri, degli ori e degli specchi si rincorrono in fantastici giochi di colore. Nascono, così, oggetti sospesi tra scultura e design, pezzi unici in grado di suscitare forti emozioni. Forse le lampade e le cornici tra gli oggetti di arredo sono quelli che meglio si prestano ad un dialogo con il mosaico che, di per sé, è una tecnica per mezzo della quale l’artista gioca con la luce.
La continua ricerca sul taglio, l’attenzione per la disposizione della tessera, la sperimentazione verso l’uso di supporti nuovi, la cura per lo sviluppo dell’immagine, una lavorazione accuratissima sono l’essenza stessa di questi oggetti d’arte e di arredo, tutti pezzi unici e preziosi.
Nelle lampade Mauro Hafsi crea schermi musivi di paste vitree, attraverso le cui trasparenze la luce viene filtrata. Mossa dalla posizione variata delle tessere, dalla loro differenza di colore e di spessore, la luce prende orientamenti differenti, entra in rapporto di interazione dinamica con la superficie musiva, con un continuo mutare degli effetti.
Similmente per le cornici di Andrea Hafsi, ed in particolare per gli specchi, nei quali si fondono e confondono la bellezza e la ricchezza del decoro con il mistero e le suggestioni fantastiche evocate dalla disposizione delle tessere. La luce è sempre vibrante, sussurrante, intimistica, percorsa da una consistenza metafisica che si trasmette agli ambienti.
Il visitatore, osservando le creazioni degli Hafsi, apprezza e condivide quanto affermato dal professor Michele Tosi. Infatti le opere esposte sono certamente “interessanti anche per quanto riguarda l’aspetto ideativo, poiché rivelano sempre una notevole capacità inventiva e piena consapevolezza dei materiali utilizzati”. Inoltre “osservando queste opere si può affermare che l’uso del mosaico nel design può non essere riduttivo per il primo”, ma che il mosaico “può risultarne vivificato, stimolato verso nuove applicazioni”. Infine, per tutte le opere esposte si può dire che “sono lavori che operano nell’intimo di chi li osserva attraverso le nostalgie profonde dei colori”.
L’impegno profuso negli oggetti d’arredo esposti dagli Hafsi è stato ricompensato dal successo ottenuto dalla mostra: moltissimi i visitatori (circa 500 le firme apposte nell’albo d’onore; in assoluto è stata la mostra voltanese più visitata); per l’occasione, poi, molti architetti ed arredatori hanno avuto modo di conoscere Voltana; buona l’attenzione dei mass-media; inattesa e gradita la richiesta di visite guidate e di incontri didattici con le scolaresche, richiesta esaudita grazie alla disponibilità degli artisti.
Contenti i voltanesi, che percepiscono ancora lontano lo spettro di vedere trasformato il loro paese in dormitorio, destino ineluttabile già toccato in sorte a tante piccole località spogliate dei servizi e delle tradizioni.
Contenti gli Hafsi che, avendo scelto di vivere d’arte, hanno avuto un’altra occasione per farsi conoscere e, soprattutto, per dimostrare il loro valore. Le opere degli Hafsi, infatti, saranno certamente tra quelle che faranno tendenza. E’ probabile che torni ad essere nuovamente importante abitare in una casa arredata ed abbellita con oggetti raffinati ed esclusivi, poiché la casa deve essere immagine sia dello stile, sia della personalità di chi in essa dimora.


Mario Paganini