“Dove ci sono classi di vaccinati si possono togliere le mascherine e si può tornare a sorridere”. Così dice il Ministro Bianchi, non senza una verve punitiva e non senza una vena di cattiveria e di compiacimento per ciò che questo concretamente significa.
Perché l'idea è semplice: se in una classe non ci si potrà togliere la mascherina, sarà colpa dei ragazzi che non si sono vaccinati. In questo modo Bianchi crea il nemico, apre le condizioni per la produzione dello stigma e dell'esclusione.
Mi chiedo come si sentirà quel ragazzo che, unico, si troverà in una classe che lo guarderà in cagnesco, lo additerà come colpevole. Ed è chiaro che si tratta di un meccanismo di esclusione, in questo caso senza dubbio di un dispositivo disciplinare, in cui la sorveglianza e la repressione del dissenso viene affidata ai pari.
Ma significa che il metodo per educare a essere buoni cittadini di uno stato liberale consiste nel ricatto, nella possibilità di incorrere nell'esclusione e nell'emarginazione: chi non si adegua diviene colpevole, viene additato al pubblico disprezzo, deve stare solo, in un banco a parte, senza amici, isolato: sorvegliare e punire diviene davvero di drammatica attualità. [...]
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Foto: Patrizio Bianchi è un economista e accademico italiano. Dal 13 febbraio 2021 è Ministro dell'Istruzione nel Governo Draghi.
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