“Babbo, babbino caro… No, questa non dovevi farmela… E adesso chi lo dice alla mamma?” Mio Dio, quanto flebile e lontana è quella voce. E com’è che non sento bene le parole che mia figlia Lorenza sta dicendo? Perché mi sembrano così distanti? Sento che parla soffocando le lacrime; perché?
Mio Dio, non riesco a muovere un solo muscolo… Sono un blocco freddo. Le voci ed i suoni vanno e vengono. Anche la vista ha dei problemi. Non muovo la testa. Vedo e non vedo. Un attimo è come se guardassi verso il sole, c’è una grande luce bianca ed abbagliante. E l’attimo successivo è un affollarsi di figure e di forme che si muovono nel buio della notte; sono contorni non ben definiti, che fluttuano ed ondeggiano.
Mi sento come se un’automobile mi avesse investito... Beh, è evidente che non ho avuto una simile esperienza, però non saprei come altro descriverla. È come quando, anni fa, mi sono risvegliato dall’anestesia. È come il mio peggior incubo; quando, in gioventù, gozzovigliavo con gli amici; mangiando esageratamente e bevendo meglio.
Voglio muovermi. Voglio tranquillizzare mia figlia Lorenza. E, poi, che cos’è questo suo non trovare le parole da dire alla mamma? Che cosa c'entra la mamma con la mia situazione?!
Niente. Non c’è niente da fare. Non riesco a muovere un solo muscolo. Non riesco a pronunciare una sola parola. Mio Dio, aiutami! Mio Dio, che cosa mi sta succedendo? Stento a crederlo… Non solo la situazione non migliora, ma - se fosse possibile - direi che sta peggiorando!
È incredibile! Calma. Sei andato sempre fiero del tuo selfcontrol, del tuo aplomb… Vedi di meritarteli.
Calma. Hai sempre avuto un grande humor, vedrai che riuscirai ad uscire anche da questa brutta situazione Anzi, vedrai che troverai perfino un modo spiritoso per ricordare e condividere questo brutto momento…
Calma un accidente! Prima sentivo quell’odore caratteristico degli ospedali. L’odore di quel disinfettante che pizzicava il mio naso e, talvolta, anche i miei occhi… Ora non sento più nulla; com’è possibile?
Calma. Riorganizziamo gli eventi recenti… Nei giorni scorsi accusavo un peso al petto. Ogni tanto mi mancava l’aria. Era come se l’aria non avesse abbastanza ossigeno… Respiravo con avidità… Ero ingordo di aria… Mi sembrava di non aver mai aria a sufficienza… Poi qualche stilettata lancinante al petto. Durava un attimo. Era terribile. Si irradiava fino alla spalla ed al braccio.
Avevo deciso di andare dal medico. Appartengo ad una razza di morti. Tutti in famiglia sono rimasti stroncati da un infarto. Ma io sono intelligente, sono prudente e sono anche furbo. Dopo i trent’anni ho vissuto come un malato: non un vizio, non un eccesso, non una cosa fuori regola. Vivrò moltissimo e, quando accadrà, la morte mi troverà sano come un pesce!
Avevo deciso di andare dal medico… Perché non ricordo se ci sono andato?
Basta, ragiono troppo. E, a furia di ragionare, finisce che mi perdo nei meandri della mente. Siamo pratici! In primo luogo, debbo tranquillizzare mia figlia Lorenza. E Lorenza mi aiuterà a capire cos’è accaduto.
Ehi, ora è sempre buio.
Non capisco se sia il mio cervello oppure se effettivamente ci sia un rumore di sottofondo. Prima era come il crepitio leggero della schiuma in una bevanda gassata. Ora è diventato il fruscio sgarbato di un’interferenza durante una trasmissione radio-televisiva...
Ascolto con fatica. Che cosa dice quella voce? Fatico a comprendere, ma riesco a completare. Eh, bella cosa il cervello… Dunque… Ah sì, sta parlando a mia figlia Lorenza. Come? Perché le sta dicendo di andarsene?
Ora la voce si avvicina. C’è qualcun altro… Non credo la voce abbia voglia di parlare a se stessa! Bene, bravo sto prendendo la situazione con spirito!
Dunque, cerchiamo di non perderci una sola parola. Mamma mia che fatica! Non credevo richiedesse tanta energia l’ascoltare una persona. Raccolgo tutte le mie forze e … Oh, finalmente, l’ascolto …
“Infermiera, scolleghi pure l’assistenza cardiaca e chiuda il respiratore. L’amministrazione non sopporta gli sprechi… Non ha visto i monitor ?! Ora ci sono solamente tante linee orizzontali. Non è rilevata alcuna funzione vitale. Il paziente è morto”.
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