Articolo Nr.125
del 21/08/2012
Daremo un lavoro ai giovani, facendo lavorare di più i vecchi?

Sia la mitica signora Cesira sia la casalinga di Voghera - ossia le due persone (immaginarie) assolutamente normali, che sono state assunte al ruolo di emblema nazionale, quali persone di puro buon senso - non sanno darsi pace perché non riescono a capire. E loro, quando non capiscono lo dicono, chiaro e tondo, ad alta voce. È un po’ come il bambino della favole che disse ad alta voce quello che tutti avevano notato - ma che nessuno per opportunismo, vigliaccheria, ecc., osava proferire - e cioè: “il re è nudo!”. La produttività è aumentata. L’età per andare in pensione è stata procrastinata nel tempo. L’orario settimanale di lavoro, per gli occupati, è andato via via crescendo. Non solo, ma i “tagli” reali, ai salari e agli stipendi, hanno portato ad una ricerca spasmodica di prestazioni lavorative aggiuntive (ossia: lavoro straordinario). Ora anche i giorni di ferie hanno subito una sforbiciata …
Ma in un simile contesto, come possono sorgere nuove opportunità di lavoro per le giovani generazioni?!
La mitica signora Cesira e la casalinga di Voghera non capiscono. Anzi, diciamola tutta e in modo chiaro: loro non ci credono!
E hanno ragione, perché neanche noi ci crediamo! Non solo, ma vorremmo sapere perché nessuno ci mette la faccia, si manifesta e ci dimostra che, se pochi lavorano moltissimo è un bene per tutti!
Noi, invece, siamo tra coloro che sostengono che è molto meglio se il lavoro viene ripartito tra tutti. Lavoriamo meno, ma lavoriamo tutti!
Qui, in Romagna, abbiamo - in tanti - radici contadine e sappiamo che un paio di buoi non possono far miracoli con un aratro. E soprattutto non si può chiedere più lavoro dando meno nutrimento e riposo!
La concorrenza internazionale lo esige? Ma un paio di buoi non può far meglio di un potente trattore!
Investiamo su ciò che contraddistingue un essere umano, ossia: l’intelligenza. Incentiviamo l’uso della testa e non scommettiamo solamente sui lavori muscolari.
Una ricetta nel breve periodo?
In attesa di una politica europea comune, rispolveriamo qualche dazio doganale reale o comportamentale. Compriamo made in Italy e consumiamo a chilometri zero o quasi.
Proviamoci!