Articolo Nr.123
del 29/07/2012
“Ce lo chiede l’Imperatore, anzi l’Europa. Banzai ! ”

Muoversi? Camminare? Azioni che non hanno bisogno di alcuna spiegazione. È tutto noto. È tutto ovvio.
Ma… Ma se camminassimo guardando sempre indietro, prima o poi incontreremmo il classico palo.
E se camminassimo guardando sempre il cielo, prima o poi calpesteremmo una … buccia di banana.
Se, poi, camminassimo guardando sempre la punta dei piedi, prima o poi ci accorgeremmo di trovarci sulle strisce pedonali, senza aver prima guardato il semaforo.
Dunque anche le cose ovvie, che non hanno bisogno di parole o spiegazioni, vanno gestite e dosate.
Ora siamo tutti d’accordo che c’è una crisi economica e che sia molto grave.
E siamo tutti d’accordo che occorre impedire il default del Paese.
Ma… Ma questo non deve diventare un alibi o un ricatto per rinunciare ad altre considerazioni.
Non siamo dei fanatici! È venuto il momento dei sacrifici, ma verifichiamo come questi sono ripartiti. Poi occorre individuare un “qualcuno” a cui affidare la scelta della cura da seguire, così ché l’economia torni a diventare sana e prospera. Ma dobbiamo essere accorti nella scelta. Chi, poi, ci ha condotti nel baratro dovrà essere giudicato e, soprattutto, non potrà ricevere una ulteriore investitura, tentando - astutamente - ora di vestire i panni del salvatore.
Qualche considerazione.
Se esiste un debito, esiste anche un credito. O, con altre parole: l’esistenza di tanti debitori e relativi debiti è strettamente correlata alle scelte dei creditori.
La “responsabilità del debito” è certamente del debitore, ma - nella società dei consumi - il debito è agevolato, incentivato. Anche i creditori sono responsabili di questo favoreggiamento e quindi dovrebbero accettarne rischi e conseguenze. Una moneta ha sempre due facce!
Similmente lo stesso tratto di strada può essere visto sia come il principio di una salita oppure come la fine di una discesa; dipende dalle circostanze.
Il debito è una strada. Chi lo ha contratto è giusto che faccia dei sacrifici per restituire il dovuto. Ma il creditore non può pensare di ricavarne una rendita perpetua, rendendo l’onere della restituzione eccessivo e la salita impervia!
Il Mercato: “chi” o “che cosa” è?
Lo Stato: “chi” o “che cosa” è?
Semplicemente: è o sono “una” o “un insieme di più persone”! Sbaglia chi non si cura di come è speso il pubblico denaro, perché prima o poi dovrà pagare anche lui e rispondere di quei debiti. Lo Stato siamo tutti. Sbaglia chi non si accorge che “il Mercato” altro non è che delle “persone” le quali pensano, analizzano, scelgono, “speculano”. Persone che sperano di indovinare gli eventi e le tendenze future, di lucrare dalle azioni compiute oggi, forti dei loro studi e delle loro convinzioni su quello che accadrà domani. Il mercato e la speculazione non sono entità astratte e non sono neppure intrinsecamente perfide.
È possibile osservare tanti atteggiamenti superficiali e scomposti.
Così come è necessario in diverso atteggiamento verso lo Stato e, similmente, verso i Mercati.
Se permane la scelta della non responsabilità per il bene comune e per la cosa pubblica, alla fine avremo Stati indebitati che vesseranno i cittadini, come fossero sudditi.
Se continueremo a considerare gli speculatori come avvoltoi o sciacalli perderemo il nostro tempo, poiché comunque l’economia ha delle regole. Gli speculatori hanno una funzione che si palesa meglio quando l’economia non è sana ed hanno perfino un ruolo quando la politica non svolge le sue funzioni
Accettiamo di fare dei sacrifici, ma non rinunciamo a domandarci: “per che cosa?” e “ne vale realmente la pena?”. Solo così potremo sperare che qualche cosa possa cambiare. Diversamente avrà fondamento il dubbio che, tra qualche tempo, la crisi torni e la situazione si ripeta.


di Mario Paganini