Ogni nuova antenna è: altro inquinamento elettromagnetico che si aggiunge a quello già esistente. Sei favorevole oppure sei contrario ad una nuova antenna vicino a casa? La domanda, posta in questi termini, può avere soltanto un esisto. È scontato che il buon senso ci induca a scelte per la maggior tutela della salute. Già, perché - ogni tanto - la nostra salute torna ad esserci cara e vorremmo preservarla! Però, dimentichi che la nostra esistenza è piena di inquinamenti (fatti e subiti), spesso andiamo secondo le mode. Quando una cosa è nuova (oppure è sconosciuta) prudenza vuole che l’atteggiamento da tenersi sia improntato alla negazione od al rifiuto. Talvolta la nostra ferma opposizione può perfino suggerirci di ricorrere alla forza fisica e/o alla violenza.
Chi vuole installare un’altra antenna a Voltana non dovrebbe essere uno sprovveduto. Chi ha soldi e mezzi, di solito sa benissimo come fare ad accrescerli. Un simile impianto ha un costo e qualcuno deve averci fatto su uno studio dal quale risulti la convenienza economica all’investimento. Chi installa quelle antenne lo fa sapendo che qualcuno vuole (e pagherà per) i servizi resi dalle medesime.
Ci sono persone che, con grande buona fede, si attivano per la salvaguardia dell’ambiente e della salute. Ci sono altre persone che, amanti delle comodità e desiderose di pagare meno per i servizi, sapendo di essere la maggioranza silenziosa, sanno attendere …
Il risultato? Un manipolo di generosi vedrà scemare - giorno dopo giorno, battaglia persa dopo battaglia persa - il proprio entusiasmo o, peggio, si scoprirà intento ad enumerare le proprie frustrazioni. Mentre la maggioranza silenziosa continuerà a non porsi domande sulla qualità della vita e sulla velocità con cui la sta consumando.
Il problema vero sono gli stili di vita. Gli italiani hanno tutti più di un apparecchio radiotelevisivo. In ogni famiglia c’è almeno un cellulare. Tutte le novità viaggiano tramite etere (onde radio). Nessuno stende più reti in filo di rame (doppino telefonico), soprattutto nelle aree non densamente popolate.
Occorre, allora, informarsi ed informare. Documentarsi in modo scrupoloso e darsi una strategia. Qual è l’obiettivo che si vuole perseguire? È impedire l’installazione di una nuova antenna? È trattare sulla sua ubicazione? È cogliere l’occasione per una riflessione sulla società dei consumi e sugli stili di vita?
Non credo, al momento, siano possibili (o anche solamente proponibili) scelte drastiche, radicali. È un problema di numeri, di forze in campo, di lavoro costante e quotidiano ora difficile da attuare.
Abbiamo il detto: “Piuttosto che niente è meglio piuttosto!” E allora comportiamoci di conseguenza. Possiamo formalizzare il nostro dissenso con un “No”, ma a condizione che non divenga un alibi; un modo per alleggerire il proprio “io” da possibili sensi di colpa. Ed a condizione che quel “No” sia soltanto l’inizio di un impegno futuro, per cambiamenti veri, sostanziali e non solamente di facciata.
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